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Lasciati stupire dai giardini di Parma
Tutti i giardini di Parma
Palazzo del Becco
Palazzo Del Becco deve il suo nome alla casata che si impegnò nella sua ristrutturazione, nel 1688. I conti Del Becco abitavano precedentemente vicino al Palazzo di Riserva e decisero di insediarsi qui quando Ranuccio II Farnese pretese la loro vecchia abitazione per costruire il Teatro Ducale.
Convento della Santissima Annunziata
La chiesa della Santissima Annunziata, splendido esempio di stile manierista, venne fondata nel 1566 dal duca Ottavio Farnese. In realtà, un primo edificio dedicato all’Annunziata venne realizzato extra moenia, a sud della città, dove anticamente si trovava la chiesa dei Santi Gervasio e Protasio.
Orto Botanico
L’Orto Botanico di Parma è tra i più antichi e affascinanti d’Italia. Una rigogliosa oasi di verde e silenzio che sfrutta con positivo gusto per l’innovazione una plurisecolare tradizione di studio e ricerca, per affrontare le sfide educative poste dal tempo presente, in materia di biodiversità e sostenibilità ambientale.
Conservatorio Arrigo Boito
Autorevoli scienziati e sempre più spesso anche illustri musicisti hanno speso studi, riflessioni e pagine per spiegare come mai i pomodori crescono meglio se ascoltano Mozart. Sarà vero? Se lo fosse si spiegherebbe facilmente la potenza e l’energia del grande glicine e della bella vite americana che vestono il chiostro del Conservatorio Arrigo Boito.
Chiostro dei Paolotti
Dai paolotti ai pazzerelli, dagli studenti di fisica ai futuri insegnanti di filosofia. Il rilassato giardino di strada D’Azeglio ha accolto nei suoi tanti anni altrettante anime. Nacque – come buona parte dei giardini conservati in centro storico – all’interno di un convento, affidato ai religiosi minimi, chiamati anche paolotti, in ricordo del fondatore dell’ordine, San Francesco di Paola.
Ex Convento San Cristoforo
La storia del Convento di San Cristoforo – oggi sede del Gruppo Pizzarotti – è tinta di rosa. Il complesso infatti si è distinto nei secoli per aver riservato una particolare attenzione all’educazione femminile, e ripercorrere le sue vicende è utile per capire come la società parmigiana ha trattato un argomento scottante, ovvero quello delle giovani considerate “perdute”.
Chiostro di San Paolo
Il chiostro di San Paolo appartiene al vasto e affascinante monastero che, nell’anno Mille, il vescovo Sigifredo II volle dedicare all’Apostolo dei Gentili, ovvero a colui che diffuse il cattolicesimo tra i greci e i romani.
Villa Laura
I giardini di via Linati hanno un carattere decisamente più arioso e moderno rispetto alle corti raccolte del centro storico. L’intera area è un prodotto di inizio Novecento, nato dalla soppressione delle mura farnesiane.
Palazzo Dalla Rosa Prati
Varcare la porta dell’elegante Palazzo Dalla Rosa Prati significa immergersi nel passato nobiliare di Parma. Non solo perché l’edificio ha origini antichissime, ed è documentato già nel Duecento tra le proprietà della famiglia Adami – famiglia alla quale apparteneva fra’ Salimbene de Adam, tra i più significativi cronisti dell’epoca. Anche e soprattutto perché a questo palazzo furono legati personaggi che ebbero un ruolo di primo piano nel determinare il corso della storia cittadina.
Chiostro dell’Università
L’ateneo di Parma è tra i più antichi del mondo. La sua lunga storia comincia prima dell’anno Mille, più precisamente nel 962, quando col decreto imperiale conferito da Ottone I al vescovo della città, si sancì l’istituzione di una scuola superiore di diritto, indirizzata alla formazione della professione notarile. Lo Studium, dopo esser stato soppresso da Gian Galeazzo Visconti nel 1387, si andò poi a rifondare nel 1412 come università, grazie a Niccolò III d’Este. La presenza del ferrarese in città è inconsueta, appartiene a una brevissima parentesi e soprattutto al feroce intrigo che portò Parma sotto il dominio dei Visconti, ma questa è un’altra storia.
Abbazia di San Giovanni Evangelista
Difficile ripercorrere la storia di questo monastero prima del 1477, data in cui un grande incendio distrusse l’intero complesso. Del precedente convento, fondato nel 983 per volere del vescovo Sigifredo II, in sostituzione di un oratorio dedicato a San Colombano, si sa poco.
Centro Santa Maria ai Servi
Dai servi ai mutilatini. Parma è disseminata di grandi e piccoli conventi, ciascuno dei quali è stato condotto attraverso i secoli da una o più comunità religiose, ha affrontato crisi economiche e politiche, ha superato le difficoltà e gli espropri voluti da Napoleone per affacciarsi alla contemporaneità e chiedersi: adesso chi sono?
Chiostro delle Maestre Luigine
Nascosto dietro la chiesa gotica di San Sepolcro, a due passi dalla trafficata strada Repubblica, si conserva il silenzioso chiostro delle Luigine, considerato un unicum tra quelli della stessa epoca rinascimentale. In quest’area il primo complesso religioso venne costruito nel XIII secolo, ma di esso non è rimasta traccia.
Il giardino pensile
Nella piccola corte di borgo Tommasini, a saperla guardare col giusto occhio, riassume in pochi metri quadrati – attraverso la stratificazione edilizia – le innumerevoli trasformazioni vissute dalla città.
Nei vecchi orti del monastero
L’allegro giardino di Borgo Scacchini 7 sembra essere appartenuto in origine – così come gli appezzamenti vicini – a un distaccamento del Monastero delle Grazie, che ospitava le iniziate alla comunità e una foresteria, come testimoniato dagli angusti dormitori scoperti nel vicino palazzo dei conti Cesarini. Oggi contraddistingue questo spazio la felice commistione di fiori, frutta e verdura.
Antica Cereria
In questa insospettata oasi vegetale, bisogna immaginare fino a qualche decennio fa la frenesia tipica dell’impresa ben avviata. L’idea di avvicinare al Real Giardino un quartiere artigianale risale alla metà del Settecento, motivata dalla possibilità di sfruttare come forza motrice le acque del Naviglio del Taro, che poi confluivano nel torrente. Fu il ministro Du Tillot a insediare le prime attività: la Real Fabbrica di maioliche e vetri e la Cereria, impegnata nella produzione di candele steariche e di cera comune, oltre che di sapone.
Sorpresa!
Il giardino di Borgo Regale 21 è sinceramente insospettabile. Buona parte degli spazi verdi che caratterizzano il centro storico di Parma si possono intuire dalla prospettiva architettonica del palazzo, dal succedersi dei corridoi e delle corti, oppure si possono intravedere nell’attimo in cui un portone per pochi istanti si schiude lasciando scorgere un fugace scintillio vegetale. Qui però non c’è nessuna prospettiva, e nemmeno un portone.
Palazzo Micheli Torracca
Già dall’ingresso Palazzo Micheli Torracca testimonia il proprio legame con la storia del Risorgimento italiano, e più in generale con un sentimento patriottico che si rinnova nel tempo per affrontare situazioni e sfide diverse. Nel corridoio, decorato a trompe l’oeil con motivi a pergola di glicine, ci si imbatte in questa targa: «possedettero ed abitarono questa casa Filippo e Claudio, padre e figlio Linati. Il primo processato come capo del governo provvisorio insurrezionale nel 1831. Il secondo condannato a morte per aver congiurato nel 1831, onde redimere l’Italia dalla schiavitù domestica straniera».
Giardino Segreto
Romanticissimo, ricorda quelle fascinose e nostalgiche foto in bianco e nero dove giovani spose pallidissime sorridono di tre quarti al novello marito, circondate da fronde e fiori.
Questo piccolo scrigno di bellezza e fiori si è chiamato per lungo tempo Giardino Segreto, anche se proprio segreto non era: veniva infatti spesso e ben volentieri visitato dagli ospiti dell’omonimo B&B, oggi chiuso.
Chiostro di Sant’Uldarico
Il complesso di Sant’Uldarico affonda le sue radici nel passato medioevale della città. Lo conferma un documento conservato presso l’Archivio di Stato, che nel 1005 certifica l’edificio come realtà nota già da tempo. Il primo impianto si suppone risalga addirittura all’VIII secolo, costruito sulle rovine di un antico teatro romano. Le benedettine cassinesi custodirono il convento per secoli, dotandolo anche di un ospedale per i pellegrini. Come mai le monache scelsero di intitolarlo proprio a questo santo, poco comune?
Parco Ducale
Tutto si può dire del Parco Ducale tranne che sia un giardino segreto, eppure all’interno di questa vasta area verde c’è un angolo sul quale vale la pena soffermarsi. Si tratta dello spazio appartato, protetto da una fitta cinta di siepi, in cui si trovano le serre.
Parco della Cittadella
Nell’avventuroso turbinio di fughe, duelli e intrighi descritto da Stendhal nel celebre romanzo La Certosa di Parma, la Cittadella ha un ruolo di primo piano. Gli eleganti palazzi del centro vengono appena tratteggiati, le dimore di campagna dove i nobili protagonisti si spostano per la villeggiatura a mala pena nominate, della Cittadella invece l’autore descrive minuziosamente ogni singolo cornicione, mattone, ponte levatoio, pavimento e scalino.
Picasso Food Forest
Avrebbe mai immaginato Pablo Picasso che oltre a musei e istituzioni culturali, sarebbe stata inaugurata a suo nome una foresta alimentare? Questa originale area verde di 4.500 metri quadri in realtà prende il nome dalla strada che la costeggia, ma tanti e tali sono i colori che la caratterizzano, dal verde degli aceri, all’arancio squillante dell’olivello, al giallo del corniolo, che l’intitolazione al celebre pittore spagnolo sicuramente non sembra fuori luogo.
Palazzo Soragna
La storia di questo imponente palazzo è legata a doppio filo alla storia di Palazzo Dalla Rosa Prati. Esso infatti fu la prima residenza della nobile famiglia modenese, che lo scelse come propria dimora urbana quando – nella metà del Quattrocento – decise di trasferirsi a Parma.
Il giardino magico
Quante anime può avere un giardino? Certo ve ne sono di contemplativi e raccolti, perfetti per leggere e pensare in tranquillità, e di vanitosi, fatti per essere ammirati. Ve ne sono anche di allegri e creativi, giardini che rappresentano per tanti bambini e bambine un’opportunità per crescere, fare esperienze, intrecciare relazioni, come appunto il Giardino Magico.
Palazzo Schizzati
Ci sono luoghi dove il tempo scorre come un grande fiume in una giornata senza vento. Certo si muovono i giorni e gli anni, come l’acqua trasportata verso il mare, ma sembra che nulla scalfisca il fluire, neppure una piccola onda. In altri luoghi il tempo è meno placido e benevolo, come se davvero fosse impossibile vivere in pace. Palazzo Schizzati è tra questi.
Convitto Maria Luigia
L’odierno Convitto Maria Luigia è l’erede dell’omonimo collegio nato a inizio Ottocento, dalla fusione dell’antico Collegio Lalatta e del Collegio dei Nobili. Si tratta di un’istituzione secolare che ha formato migliaia di studenti, bacino dal quale ha attinto per anni la classe dirigente del Ducato di Parma.
Palazzo Mauri
Non sempre i giardini seguono la sorte dei palazzi per cui erano stati creati. Questo è il caso di Palazzo Mauri. L’edificio sorge nell’area della Fontana Valoria, che presta il nome al borgo: scavata nel 1403, serviva a rifornire d’acqua i mulini quando fuori dalle mura i nemici sbarravano l’accesso alle principali arterie idriche.
Pianeta Fresco
Pianeta Fresco è due cose. Una più famosa e una meno famosa, almeno per ora. La prima è la rivista beat fondata negli anni Sessanta da Fernanda Pivano e il marito Ettore Sottsass, con la collaborazione di Allen Ginsberg, ideatore del titolo.
La seconda è una villa appena fuori Parma, situata nella campagna di Torrile, trasformata dall’associazione OTTN project in centro di cultura contemporanea.
Palazzo Marchi
Già dalla facciata neoclassica di Palazzo Marchi, rivestita in finto bugnato, si intravede il giardino collocato in fondo al cortile, oltre l’imponente e arioso androne. In mezzo alla vegetazione spicca la fontana in pietra, sorretta da tre amadriadi, figure mitologiche che vivono vicino agli alberi, di cui spesso rappresentano l’incarnazione.
Palazzo Lampugnani
Quanta tranquillità ispira l’ombrosa prospettiva di Palazzo Lampugnani, che dalla chiassosa strada Repubblica si allunga come un cannocchiale verso il placido giardino? In fondo al corridoio si staglia, al centro di una bella aiuola circolare, punteggiata di pervinca, la statua neoclassica che ritrae un giovane uomo che tra le mani regge un’anfora e una tazza, con una pelle di leone che gli scende dal braccio. Personaggio misterioso, a metà strada tra una divinità fluviale e un novello Ercole.
Palazzo Miari
Passeggiando lungo strada Repubblica è impossibile non notare il portone sovrastato dal volto in pietra di un satiro barbuto, circondato da diversi fauni e faunesse agli angoli. Corrisponde all’ingresso di Palazzo Miari, la cui facciata viene attribuita al Vignola e – come riporta il Donati – venne scoperta al pubblico in occasione dell’ingresso in città di Maria del Portogallo, sposa di Alessandro Farnese, il 24 giugno 1566.
Bosso Curioso
Che la composizione urbanistica dell’Oltretorrente sia particolarmente fitta e complicata non è una novità. Nello storico quartiere popolare, la densità delle abitazioni ha motivato negli anni Trenta una serie di pesanti interventi atti a svuotare e bonificare. Lo sventramento di interi borghi venne spiegato dagli amministratori con necessità igieniche.
Via della Salute
Le colorate casette a schiera di via della Salute rappresentano uno dei primi esempi italiani di case popolari. La loro genesi merita di essere approfondita, a partire proprio dal nome della strada, che in origine si chiamava Borgo della Morte. Leggenda vuole che questo lugubre appellativo derivasse dalla malsania del luogo – comune d’altra parte all’intero quartiere Oltretorrente, storicamente tra i più poveri di Parma. In realtà è più probabile che arrivi dalla Confraternita della Buona Morte, attiva dal 1811 presso la vicina parrocchia di San Tommaso.
Giardino Zoologico
Benvenuti nel Novecento! Non tutti i giardini cittadini risalgono ai lontani tempi andati, non tutti sono stati voluti per il fasto delle antiche casate nobiliari. In questa porzione di città, a due passi dalla Cittadella, sfilano, una vicina all’altra, ville e villette costruite nei primi decenni del Novecento.
Casa Madre dei Saveriani
Basta girare attorno alla casa madre dei Missionari Saveriani per trovarsi improvvisamente in un film di Wes Anderson. La struttura, che su viale San Martino mostra ai passanti una severa facciata in laterizio, dominata dalla statua in bronzo del Redentore, sul retro si rivela completamente intonacata di verde oliva. Sarà per questo colore che sa di Danubio, sarà per la straordinaria imponenza della costruzione, sarà per il ritmato susseguirsi delle finestre, sarà per la terrazza rialzata che evoca concerti all’aperto e orchestrine eleganti: l’impressione di trovarsi sul set di Grand Budapest Hotel è fortissima.
Villa Ester
Che la coltivazione di verdure e la cura delle piante facilitino la socialità è cosa nota. Chi non vorrebbe carpire i segreti delle meravigliose ortensie o dei saporitissimi pomodorini del vicino? Spesso le relazioni tra i nuovi e i vecchi abitanti di un quartiere cominciano così, con un commento sulla rosa banksiae che spunta dalla rete, o una domanda sul carciofo in vaso.
Poteva dunque la prima Casa del Quartiere di Parma non dotarsi di un bel giardino e di un orto condiviso? Assolutamente no, tanto che proprio l’allestimento verde è stato al centro del primo intervento programmato per arricchire e rendere sempre più accoglienti e ospitali gli spazi esterni di Villa Ester.
Giardino Gatteschi Baracchi
Giardino Gatteschi BaracchiBorgo Scacchini 11, Parma L’aspidistra in vaso è una certezza. Diffusissima nell’Inghilterra vittoriana, ebbe anche in Italia un grande successo nel Novecento. Addirittura veniva soprannominata “pianta delle macellerie”, dato che è l’unica...
Palazzo Alinovi
Palazzo AlinoviBorgo Santa Chiara 4, ParmaIn borgo Santa Chiara si trova un bellissimo giardino, che custodisce una storia ancora più bella. Il palazzo pare appartenesse al convento delle francescane, affidato poi alle monache velate di Santa Chiara, di cui la strada...
Zen
Chi l’avrebbe mai pensato, di incontrare un tranquillo giardino meditativo a due passi dalla trafficata strada Massimo D’Azeglio? Discreto e silenzioso, colpisce per l’armonia e la calma che riesce a trasmettere.
Le aiuole di Livia
Le aiuole di LiviaBorgo Bernabei 30, ParmaTra le casette colorate e i vicoli del quartiere Oltretorrente, si nascondono gemme inaspettate, custodite con affetto, tramandate come si tramandano di generazione in generazione i gioielli di famiglia.Benvenuti nel giardino...