Bosco del cuore

Borgo Lalatta 14, Parma

Oltre gli affascinanti vetri colorati che caratterizzano l’atrio del Convitto Maria Luigia, superati i lunghi corridoi dove si apre la teoria delle aule scolastiche, si arriva ad un grande spazio aperto, che gli studenti utilizzano per le attività sportive e la ricreazione.

Qui si incontra il campo da gioco, e subito a sinistra il recentissimo bosco urbano Filippo Bassignani. Di che si tratta? Meglio evitare equivoci, perché la parola bosco evoca il profumo di resina e di muschio, giochi di luce che attraverso il fogliame fitto vanno a posarsi su gruppi di felci e macchie di rovi, sentieri teneri di aghi di pino. Ecco, un bosco urbano è diverso: è un’area verde costituita da strutture vegetali il più possibile naturali e a bassa manutenzione, piantata per promuovere la biodiversità e mitigare il cambiamento climatico. Può assomigliare a un parco? Sì, può assomigliare a un parco. Anche se la sua funzione è differente: viene piantato e curato inizialmente, nella prospettiva che poi possa svilupparsi in autonomia.

Premesso ciò, eccoci nel bosco urbano piantato dal consorzio forestale KilometroVerdeParma nella primavera del 2022. Ovviamente gli studenti sono stati coinvolti nell’operazione, che ha compreso la messa a dimora di 163 arbusti e 18 alberi. Gli aceri, i salici e il tiglio sono stati disposti a ridosso del campo da calcio, per ripristinare un filare storico che era stato rimosso vari anni fa. Vicino ai giochi dei bambini invece sono stati collocati dieci alberi da frutta antichi: vari meli, ciliegi, peri, due kakomela e un susino.

L’intervento è stato dedicato a Filippo Bassignani, ricercatore parmigiano che proprio al Convitto Maria Luigia aveva iniziato i propri studi, conclusi prematuramente. Egli infatti è scomparso nel 2006 in Mozambico, dove si era recato per realizzare una ricerca scientifica. La fondazione intitolata alla sua memoria ha voluto affiancare il consorzio KilometroVerdeParma nella realizzazione di questa innovativa – e lenta! – progettualità. Gli alberi hanno bisogno di tempo per crescere e chi oggi visita lo spazio non deve stupirsi di incontrare piante ancora giovani, che vanno apprezzate e immaginate in prospettiva. La direttrice della scuola, in occasione dell’inaugurazione del nuovo spazio, volle citare ai propri ragazzi una massima ricondotta popolarmente a Confucio: il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa, il secondo momento migliore è adesso.

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