Convitto Maria Luigia

Borgo Lalatta 14, Parma

L’odierno Convitto Maria Luigia è l’erede dell’omonimo collegio nato a inizio Ottocento, dalla fusione dell’antico Collegio Lalatta e del Collegio dei Nobili. Si tratta di un’istituzione secolare che ha formato migliaia di studenti, bacino dal quale ha attinto per anni la classe dirigente del Ducato di Parma.

Oltre a custodire un significativo patrimonio storico, architettonico e archivistico, il Convitto possiede anche un piacevole giardino all’italiana, sorto negli anni Trenta dal progetto dell’artista triestino Guido Marussig. Spicca nel verde la bella fontana rotonda, contornata di siepi di bosso, accompagnata dalle conifere e dalla magnolia. Al centro anche un tempietto in travertino, composto da otto colonne a sostegno di un alveare decorato di api. L’insetto è stato scelto come simbolo di operosità e amore per la cultura, e sulla trabeazione è stato affiancato al motto latino: «tantus amor nobis atque aliis». Anticamente in quest’area si trovava il palazzo imperiale, voluto da Federico Barbarossa nel XII secolo, chiamato Palazzo Arena. La storia del convitto però – oltre a essere più recente – non ha inizio qui, ma in quello che oggi è conosciuto come piazzale Corte d’Appello. Per capire come si è arrivati alla scuola odierna bisogna ricordare quattro tappe fondamentali.

Prima tappa: nel 1601 il duca Ranuccio I Farnese fondò il Collegio dei Nobili, detto anche «alveare delle api scelte», affinché vi fossero istruiti i rampolli delle famiglie aristocratiche europee. La prestigiosa scuola fu allestita nelle sale di Palazzo Bernieri, dove oggi si trova il tribunale, e affidata ai gesuiti, che già possedevano i palazzi vicini e collaboravano con l’università, coordinando in proprio un’ulteriore attività didattica. Seconda tappa: nel Settecento monsignor Antonio Lalatta decise di lasciare al Consorzio dei vivi e dei morti tutti i propri beni, compreso l’immobile in cui oggi ha sede il convitto. La confraternita –  che gestiva rendite ed eredità, organizzava opere di beneficenza e onorava i defunti – nel 1755 costituì il Collegio Lalatta, rivolto soprattutto ai borghesi parmigiani. 

Terza tappa: nel 1831, per volere di Maria Luigia, i due istituti vennero unificati e intitolati alla duchessa. Inizialmente gli alunni furono accolti a Palazzo Bernieri e affidati ai benedettini (i gesuiti erano stati cacciati, da Parma come da tante altre città, perché ritenuti poco in linea con la nuova cultura illuminista, ma soprattutto perché stavano accumulando troppi capitali). Quarta tappa: nel 1872 ci fu il trasferimento nella sede attuale. La gestione passò prima ai barnabiti, poi ai rettori laici. Arrivando d’un balzo al tempo presente, vale la pena ricordare come il terreno dietro il convitto sia oggi al centro di un importante progetto di riforestazione urbana, promosso dal consorzio KilometroVerdeParma insieme alla Fondazione Onlus Filippo Bassignani. Sono già stati messi a dimora più di 100 arbusti e una ventina di alberi, in ricordo del ricercatore parmigiano scomparso in Mozambico nel 2006, che proprio al Maria Luigia aveva iniziato la sua formazione.

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