Villa Laura
Via Linati 13, Parma
I giardini di via Linati hanno un carattere decisamente più arioso e moderno rispetto alle corti raccolte del centro storico. L’intera area è un prodotto di inizio Novecento, nato dalla soppressione delle mura farnesiane.
L’operazione – necessaria alla creazione della circonvallazione – costò la perdita di una buona area verde, ma dal punto di vista della varietà architettonica si può considerare fortunata, perché ha portato in città una bella ventata. Tra le residenze signorili costruite in quegli anni si distingue, in fondo a strada XXII Luglio, Villa Adele, la cui area verde copriva quasi l’intero isolato: è stata frazionata negli anni Cinquanta e così si è andato a creare l’attuale giardino della più recente Villa Laura.
La composizione vegetale è stata in parte ereditata – questo è il caso del ginkgo biloba ultracentenario, e del filare di tigli che affianca la strada – in parte creata ex novo dalla nuova proprietaria, la signora Rosanna. Collocazioni, volumi e qualità sono stati studiati per creare in primavera una vivace tavolozza di fioriture, e in autunno macchie di colore in sintonia con la stagione. La sfumatura aranciata dell’acero giapponese è finita per caso vicino al porpora intenso del pruno? La risposta è ovvia: no.
Elencare tutte le essenze presenti sarebbe impossibile, tra le più interessanti vale la pena citare la rara magnolia giapponese, Wada’s Memory, la siringa persica, l’olea fragrans, che ha raggiunto la ragguardevole età di trent’anni, nonostante sia una pianta adatta ai climi temperati. Da notare anche la collezione di viburni e, tra le camelie, la Nuccio’s Gem. Anche se il fiore prediletto resta senza dubbio la peonia, di cui sono state piantate oltre venti varietà. «Hanno petali che sembrano di seta» racconta Rosanna, spiegando come questo grande amore per la botanica sia stato in realtà ereditato dalla madre, Bice: «curava un bellissimo giardino in via Palestro, e molte delle mie piante vengono da lì. Altre le ho comprate dai coltivatori, oppure alle mostre, spesso durante i viaggi in Francia o in Inghilterra. Dedicarmi alle piante, capirle e vederle crescere mi ha sempre reso felice ed è stato di grande aiuto, mi ha aiutato a superare i momenti bui – che capitano a tutti purtroppo nella vita – e a sentirmi bene. Sono la mia gioia».