Casa Madre dei Saveriani
Viale San Martino 8, Parma

Basta girare attorno alla Casa Madre dei Missionari Saveriani per trovarsi improvvisamente in un film di Wes Anderson. La struttura, che su viale San Martino mostra ai passanti una severa facciata in laterizio, dominata dalla statua in bronzo del Redentore, sul retro si rivela completamente intonacata di verde oliva. Sarà per questo colore che sa di Danubio, sarà per la straordinaria imponenza della costruzione, sarà per il ritmato susseguirsi delle finestre, sarà per la terrazza rialzata che evoca concerti all’aperto e orchestrine eleganti: l’impressione di trovarsi sul set di Grand Budapest Hotel è fortissima.
Si tratta di un gioco, chiaro, tuttavia l’immaginazione e la realtà in questo caso non corrono su binari tanto distanti. Questo edificio non è mai stato un albergo, tuttavia è un luogo da sempre votato all’accoglienza e aperto a chi viene da lontano. Esso infatti è stato creato per ospitare e formare i sacerdoti intenzionati a diventare missionari.
La congregazione religiosa dei saveriani fu creata a Parma nel 1895, fortemente voluta dall’allora trentenne don Guido Maria Conforti. Inizialmente trovò spazio in Borgo Leon d’Oro, dove furono accolti 17 alunni, sei anni dopo si trasferì qui. Appena fuori dal centro, in prossimità del vecchio Campo di Marte, venne acquistato l’Orto Marchi e si avviò la costruzione del palazzo.


I primi saveriani a partire furono Caio Rastelli e Odoardo Manini, diretti in Cina, destinazione privilegiata grazie all’attività avviata dal francescano Francesco Fogollo nello Shanxi settentrionale. In seguito si organizzarono missioni in Brasile, in Svizzera e di lì a poco… ai quattro angoli del globo. Oggi la casa madre continua ad essere il loro punto di riferimento: il luogo da dove si parte e dove si torna. Il luogo dove si sedimenta la memoria del viaggio, come testimoniano le straordinarie raccolte custodite all’interno del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico. Il parco che circonda la proprietà è vasto, ma accudito con la stessa grazia e la stessa attenzione che si riserva al giardino di casa: è un luogo familiare, votato al riposo e alla tranquillità, di raccoglimento e devozione. Dentro la grotta dedicata alla Madonna si trova l’altare per le messe celebrate all’aperto. Tra le aiuole crescono i nespoli, i pini, gli ulivi. Bellissima la sophora japonica, chiamata anche albero pagoda. Da non trascurare un saluto ai pesci e alle tartarughe che abitano la fontana.