Parco della Cittadella
Viale Rimembranze 5/A, Parma
Nell’avventuroso turbinio di fughe, duelli e intrighi descritto da Stendhal nel celebre romanzo La Certosa di Parma, la Cittadella ha un ruolo di primo piano.
Gli eleganti palazzi del centro vengono appena tratteggiati, le dimore di campagna dove i nobili protagonisti si spostano per la villeggiatura a mala pena nominate, della Cittadella invece l’autore descrive minuziosamente ogni singolo cornicione, mattone, ponte levatoio, pavimento e scalino. Qui l’affascinante Fabrizio del Dongo, rinchiuso per volere del principe nella torre più alta, si innamora della figlia del carceriere, che spia dall’alto, mentre credendosi inosservata passeggia tra gli aranci in vaso e le voliere del suo appartamento. Quanto c’è di vero nelle accurate descrizioni dello scrittore francese? In realtà poco, giusto la posizione della struttura, a sud del centro cittadino. La fortezza pentagonale è stata creata alla fine del Cinquecento per volere di Alessandro Farnese, che si è ispirato all’analogo complesso costruito ad Anversa. Nei secoli è stata adibita a prigione, caserma e scuola militare: non ha mai subito un vero e proprio attacco, per questo è rimasta sostanzialmente immutata. La facciata monumentale in pietra di Angera – disegnata da Simone Moschino – si è conservata perfettamente. L’ingresso opposto, chiamato Porta del Soccorso, è stato ricostruito e semplificato dopo la Seconda Guerra Mondiale.
L’area, in passato utilizzata anche per le esecuzioni capitali, in tempi recenti è stata trasformata in un piacevole parco pubblico, celebre soprattutto per aver ospitato nel 1975 l’insolita partita di calcio disputata tra i registi Pierpaolo Pasolini e Bernardo Bertolucci. In campo rispettivamente si sfidarono la troupe impegnata nelle riprese di Salò e quella impegnata nelle riprese di Novecento.
Nel 2009 è stata recuperata la superficie verde, che tra la parte interna e quella esterna alle mura copre oltre 12 ettari. A seguire sono stati creati i campi sportivi, i giochi per i bambini e l’ampio edificio in muratura che oggi ospita Lostello. Il nome viene dall’originale funzione dello stabile, destinato ai giovani viaggiatori. L’attività proposta oggi, sebbene diversa, resta vicina al tema dell’accoglienza: Lostello è un luogo dedicato alla comunità, promosso dal Comune grazie a un significativo progetto di rigenerazione urbana. La conduzione è affidata alla cooperativa sociale Emc2 onlus, che promuove l’inclusione, la formazione e l’autonomia delle persone più fragili, coinvolte attivamente nel percorso di gestione e sviluppo dello spazio. Al loro impegno si deve il profumato giardino delle aromatiche vicino all’ingresso, la cura del pergolato e l’impianto del piccolo orto, dal quale può attingere chi si occupa della cucina.