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Lasciati stupire dai giardini di Mantova
Tutti i giardini di Mantova
Convento delle Suore Oblate
La storia del convento del Gradaro è accidentata ma a lieto fine. Qui si edificò nel 1230 – per volontà di Clermonda e Clara, giovani nobili e devote – un piccolo oratorio, denominato Santa Maria del Camposanto, nome che pare ispirato alla sepoltura di San Leongino.
Orto Carolingio
Tra le chiese mantovane Santa Maria del Gradaro è forse la meno appariscente. Sembra arretrare rispetto alla città, aver voglia di stare per conto suo, in compagnia di chi la sa apprezzare.
Associazione Gueresi
Tra via Mazzini e via XX Settembre esiste un insospettabile corridoio verde, composto da tre giardini contigui, differenti per metratura e carattere.
Lungo Il Rio
L’ampio giardino condominiale di via Pescheria è un’invenzione recente, è stato infatti realizzato in occasione del restauro del palazzo e di fatto serve da copertura ai garage sottostanti. Di impostazione moderna e senza fronzoli, con un prato curato e le composte aiuole fiorite, vale la pena visitarlo soprattutto per l’inedita e suggestiva prospettiva che offre sul Rio e sulle celebri Pescherie di Giulio Romano, volute da Federico II Gonzaga.
Rione Borgo Freddo
Via Tezze non è sicuramente tra le strade più conosciute e frequentate di Mantova, più che altro perché – a dispetto della toponomastica – si configura di fatto come un vicolo a fondo chiuso.
Casa Ferrarini
Il giardino di via Tito Speri 30 ha piccole dimensioni ma un grande fascino, perché mescola la storia alla quotidianità, le colonne in pietra al canestro appeso per i figli o per i nipoti. É semplice eppure elegante, conviviale e suggestivo, incarna tante anime con spontanea facilità.
Lubiam
In Viale Fiume 55 esiste un giardino fondamentale per capire la storia del Novecento cittadino, contemporaneo perché vivo e attento al tempo presente, evidentemente curioso di intercettare e comprendere la società del futuro.
Istituto Oncologico Mantovano
Non tutti i giardini segreti sono invisibili, celati dietro portoni e palazzi. Alcuni sono sotto gli occhi di tutti, ci passano accanto ogni giorno decine di persone e nessun chiavistello impedisce l’accesso, basterebbe girare attorno a una siepe oppure aprire una porta per scoprirli.
Palazzo Beccaguti Cavriani
Dall’arte della lana all’arte contemporanea. I primi abitanti di questo elegante palazzo sono stati in epoca rinascimentale i Beccaguti, famiglia della Valcamonica affermatasi grazie all’abilità del mercante Anselmo, insignito del titolo di rettore dell’arte della lana tra il 1478 e il 1494. Gli abitanti attuali invece si occupano di design, di architettura e nel senso più ampio del termine di creatività, per questo hanno inventato la galleria DiSegno e dedicato parte dello spazio all’esposizione di opere contemporanee.
Palazzo Fochessati
Palazzo Fochessati, come la maggior parte delle affascinanti costruzioni che costeggiano via Mazzini, ha origini rinascimentali, quattrocentesche. Edificato per essere un importante dimora nobiliare, curiosamente venne convertito agli inizi del Novecento in magazzino.
Protetto da Irma
Le scorciatoie nelle intricate vie del centro storico mantovano non mancano e c’è chi le conosce a menadito e chi le imbocca per curiosità, infilandosi in quello che sembra un vicolo chiuso per scoprire dove si va a sbucare.
Palazzo Taraschi
All’interno di Palazzo Taraschi, conosciuto anche come Casa Malatesta, cresce un giardino condiviso.
Giardino D’Inverno
Questo giardino è talmente inaspettato e stupefacente, nascosto e sconosciuto, che quasi varrebbe la pena non descriverlo nemmeno, per non rovinare l’incantesimo che suscita entrarvi senza avere la benché minima idea di cosa si andrà a incontrare.
Palazzo Filippo Gonzaga
In questo elegante palazzo di via Principe Amedeo si intrecciano la storia tramandata nei documenti ufficiali, scritta nei secoli dalle vicende delle dinastie nobiliari, e la storia dimenticata, recuperata a brandelli, quella delle famiglie travolte dagli avvenimenti.
Asilo Modello
In questo giardino probabilmente tanti mantovani si ritroveranno come Marcel Proust con in bocca un morso di madeleine, trasportati indietro nel tempo, agli anni sfocati dell’infanzia, senza nemmeno bene capire cosa sia successo e perché.
Palazzo Chiassi
Forse non tutti sanno che via Chiassi deve il suo nome al colonnello Giovanni, precocissimo patriota garibaldino, combattente infaticabile, morto a soli 49 anni nella battaglia di Bezzecca, nel disperato tentativo di difendere l’abitato trentino di Locca dagli austriaci.
Nel quartiere Arrivabene
Il giardino a cui si accede attraverso il passaggio di via Fratelli Bandiera guarda in realtà verso via Arrivabene, non solo geograficamente – perché l’accesso dal cancello sul retro corrisponde all’ingresso utilizzato una volta dalle carrozze – ma anche storicamente, perché il palazzo a cui inizialmente apparteneva è compreso nelle vicende dell’antichissima famiglia che diede il nome alla strada.
Tasso Centenario
Guardarsi attorno all’interno del cortile e del giardino di questo prezioso palazzo rinascimentale è un’opportunità preziosa, vale un viaggio nel tempo.
Palazzo Ferrari
L’origine di questa porzione di città risale al tardo medioevo, quando via Marangoni era poco più che un sentiero e il quartiere nei documenti veniva indicato come Contrada Concularum, ovvero delle conche.
Palazzo del Mago
Come mai il Palazzo del Mago porta questo nome?
Convento di San Francesco
Il chiostro di San Francesco, silenzioso e raccolto, appartiene a un complesso conventuale davvero importante per Mantova, profondamente connesso alle vicende dei suoi governatori.
Giardini Valentini
Gli ombrosi Giardini Valentini oggi rappresentano una bella scorciatoia verde per chi vuole passare velocemente da corso Vittorio Emanuele II a via Chiassi, uno spazio pubblico che conserva il suo carattere segreto, ombroso e silenzioso, infilato tra i palazzi e nascosto dal traffico.
Villa Angela
Villa Angela ha una storia curiosa, determinata da improbabili coincidenze che – osservate attraverso le lenti del celebre psichiatra Carl Gustav Jung – si potrebbero ritenere tutt’altro che casuali…
Ex Locanda Rinascita
Il giardino di via Concezione 4 non è sempre stato un giardino. Anticamente si crede possa essere stato il chiostro di un convento, come suggeriscono gli archi della loggia, che proseguono tamponati lungo il muro di cinta.
Casa Maria Clotilde
Capita talvolta che qualche anziano mantovano parli di via Conciliazione pronunciando un termine desueto, vagamente dialettale e suggestivo: Breda dell’acqua, nome che indica uno spazio ampio e libero vicino all’acqua, da coltivare o da urbanizzare.
Orto pensile
Non sono molti i giardini conservati lungo il Rio, poco più che una decina.
Casa Rimini Gallico
Il sapore di questo giardino è antico e dolce. Sa di chiacchiere al tramonto, di bambini che giocano a nascondino tra i cespugli e dietro le colonne, di racconti che si tramandano e di sigarette fumate all’ombra. Ogni singola pianta qui ha il suo carattere e la sua storia, e si dedica un pensiero anche a chi oggi non c’è più.
Il Campanile
Questo piccolo giardino nasconde un grande e vistoso segreto. Sembra una contraddizione ma non è così: capita a volte che elementi stupefacenti e macroscopici riescano a dissimulare la loro presenza, a confondersi sebbene siano conclamati e squillanti.
Sull’acqua
Il piacevole giardino di via Govi ha un’impostazione moderna e aggraziata, un bel prato curato e tanti arbusti e fiori a punteggiare l’isola verde.
Archivio di Stato
Tra via Dottrina Cristiana e via Roberto Ardigò si trova un ampio giardino, la cui storia si dipana anch’essa curiosamente tra religione e formazione, determinata dalla influente presenza dei gesuiti e dallo sviluppo della prima università, che il filosofo positivista Ardigò frequentò da studente prima, e da docente poi.
Parco Andreas Hofer
Tra i parchi cittadini quello dedicato ad Andreas Hofer, nel cuore del quartiere di Porta Giulia, è tra i più recenti, e probabilmente il più curioso. Esso infatti è stato realizzato negli anni Ottanta, per ricordare il comandante tirolese condannato a morte per volere di Napoleone, nel 1810.
Orti sociali di Porta Giulia
Quando lo scrittore Charles Dickens soggiornò a Verona, trovò il tempo per una piccola gita. Scriverà nelle sue memorie di essere arrivato «at the rusty gates of the stagnant Mantua», ovvero: alle porte arrugginite della stagnante Mantova.
Casa Circondariale di Mantova
Quando si pensa agli orti segreti di Mantova il pensiero corre immediatamente ai conventi e alle produzioni monastiche, a una tradizione antichissima di silenzio e contemplazione mistica. In realtà l’orto più inaccessibile della città è decisamente più giovane e animato.
Palazzo Soardi
Palazzo Soardi, successivamente noto come Taxis della Torre, nacque tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento come dimora patrizia, atta a ospitare l’importante famiglia bergamasca a cui i Gonzaga avevano affidato significativi incarichi pubblici e ruoli di rilievo.
Nel Vecchio Macello
Quante anime può avere un giardino? Di solito la sua personalità rispecchia quella del giardiniere: può essere espansiva o timida, rigorosa, esuberante, nostalgica, avanguardista, esagerata o minimalista. Ma quando i giardinieri sono 33 cosa succede?
Palazzo Benzoni
La storia di Palazzo Benzoni comincia nel 1480 e si mescola a quella di tante nobili famiglie: dai Malatesta ai Cattanei, dai Facchini ai marchesi di cui ancora oggi porta il nome – ricordati nella toponomastica cittadina soprattutto per il sacrificio del colonnello Gaetano Benzoni, ucciso nello Yemen nel 1909, assaltato durante una spedizione.
Micropaese
Un paese affacciato su un giardino. Questo è l’effetto che fa entrare all’interno della vasta area verde del condominio San Giovanni, punteggiata da grandi e profumati cespugli di ginepro, modellati come inconsueti parallelepipedi.
Casa del Mantegna
Bastano sette anni a imprimere un’impronta indelebile nella toponomastica cittadina? Certo, se ti chiami Andrea Mantegna. L’elegante palazzo rinascimentale che conserva in nome del celebre artista in realtà è stato la sua dimora per un periodo di tempo relativamente breve, dal 1496 al 1502.
Palazzo di Bagno
Il palazzo dove oggi ha sede la Provincia di Mantova ha una storia molto antica. Fu costruito nel 1537 per i marchesi conti Guidi Di Bagno, famiglia nobile di origine longobarda, che ha cresciuto vari rami a partire dalla Contea di Bagno di Romagna.
Palazzo Barbetta
Se in vicolo Albergo non ci sono alberghi, come mai si chiama così? In verità l’albergo c’era, ed era il più lussuoso dell’intera città, ma per scoprirlo bisogna entrare all’interno del maestoso palazzo rosso pompeiano affacciato su via Cavour.
Civici molteplici
A due passi dalla casa di Andrea Mantegna, nell’antica contrada di San Sebastiano, si trova un bel giardino, soleggiato e tranquillo. Il posto ideale per leggere e riposare.
Casa Nuvolari
Un villino giallo. Semplice, no? Ci si potrebbe camminare davanti cento e altre cento volte senza notare nulla.
La Zecca dei Gonzaga
Nell’anno che la città di Mantova dedica al genio di Giulio Romano – talentuoso allievo di Raffaello Sanzio, invitato a presiedere alle architetture e alle arti presso la corte dei Gonzaga – poter visitare il giardino di via Chiassi 38 rappresenta un’opportunità preziosa.
Casa Andreasi
Il giardino di Casa Andreasi, per essere apprezzato fino in fondo, ha bisogno del silenzio. Si tratta infatti di uno spazio votato alla meditazione, alla preghiera e alla contemplazione.
Camaleonti e souvenir
Le prime notizie che si hanno di questo splendido palazzo risalgono al 1700, riportate nel catasto voluto da Maria Teresa d’Austria, ma l’edificio è verosimilmente molto più antico.
Palazzo Bonazzi Polacco
Il giardino di Palazzo Bonazzi Polacco non è timido e nemmeno riservato: chiunque attraversi il ponte di via Massari non può evitare di lanciare un’occhiata ammirata al grande albero di cachi che si sporge verso il rio a salutare i passanti.
Rustico
C’è sempre un buon motivo per esplorare e provare a capire la storia e il significato di un giardino nascosto tra le vie e i vicoli del centro. Grande o piccolo che sia, stupefacente o modesto, esuberante o minimale: in un tessuto urbano vivacemente abitato il verde non è mai banale, e ha sempre qualcosa di interessante da raccontare o da mostrare.
Palazzo Castiglioni
Palazzo Castiglioni, costruito in epoca medievale e sormontato dai caratteristici merli ghibellini, è famoso per essere una delle residenze nobiliari più antiche della città. Secondo l’opinione comune fu costruito e abitato dai Bonacolsi, ovvero dalla famiglia che per prima dominò e guidò la città, spodestata nel 1328 da Luigi Corradini di Gonzaga.
Giardino dei Semplici
Dei tanti spazi verdi che impreziosiscono il “palazzo in forma di città” conosciuto come Palazzo Ducale, magnificente residenza dei Gonzaga dal 1328 al 1627, il Giardino dei Semplici è il più antico.
Chiostro di San Barbanaba
Raccolto e silenzioso, il chiostro di San Barnaba affonda le sue radici nel passato remoto della città. Al culto dell’apostolo – conosciuto inizialmente come Giuseppe di Cipro, predicatore compagno di San Paolo e martire – fu dedicato un oratorio già nell’860, ma in un sito diverso da quello attuale.
Palazzo Mase Dari
Non sempre si hanno chiare notizie rispetto ai giardini: chi li ha voluti, quando li ha creati, per quale motivo o occasione. Qui invece i dati sono tutti certi.
Sereno Soggiorno
Dalla Minestra dei Poveri alle ricette filippine, dai giochi dei bambini alle attività ricreative per gli anziani: si trova davvero di tutto nel parco della casa albergo Sereno Soggiorno, anche un banano!
Ex Ortaglia
Come ad Alice basta un passo per cadere nella tana del Bianconiglio e approdare magicamente in un’altra dimensione, in piazza Polveriera basta sorpassare il cancello e il giardino fiorito di una insospettabile villetta per finire all’interno di un bosco misterioso, fitto e piacevolmente inquieto, ampio ma non illimitato, circondato da un muro.
Minimal
Nel cuore della vecchia Mantova c’è spazio per la contemporaneità? A giudicare dai romantici sampietrini che costellano via Concezione verrebbe da rispondere: difficile.
Chiesa di Santa Maria
Il piccolo giardino nascosto dietro la Chiesa di Santa Maria della Carità per molti mantovani è uno scrigno di ricordi.
Casa Scarpari Forattini
Su palazzo di via Mazzini 20 non ci sono molte notizie, probabilmente si può attribuire a Cesare Scarpari Forattini, dottore in legge, alla cui memoria il figlio Virgilio volle dedicare una fondazione creata per accogliere, nella loro villa in campagna a San Silvestro, gli anziani più fragili o in difficoltà.
Convento dei Carmelitani
Accanto all’elegante Palazzo Beccaguti Cavriani si trova la chiesa barocca di Santa Teresa e San Giuseppe. Contiguo e congiunto al luogo di culto c’è il sobrio e pacifico convento abitato dai carmelitani scalzi.
Natività Nascosta
Com’è tipico del centro storico mantovano, guardandosi attorno nel giardino di via Principe Amedeo è difficile inquadrare il contesto storico in cui ci si trova
Giardino segreto
Per accedere al giardino segreto, bisogna oltrepassare l’appartamento segreto. Ovvio, no? Questo spazio fu progettato da Giulio Romano per Federico II, tra il 1530 e il 1534.
Palazzo Torelli
Il palazzo conosciuto oggi come sede dell’azienda Manerba, fondata nel 1969 da Sergio e Federica Manerba per disegnare e realizzare prestigiosi arredi da ufficio, ha un passato antico e nobiliare.
Giardino dei Sensi
Le serre, i cosiddetti giardini d’inverno, sono state inventate dell’uomo per permettere alle piante più fragili di sopravvivere ai mesi più freddi. Questo storicamente è il loro primo compito, certo. Di recente però hanno cominciato a sperimentare altre funzioni, diverse ma non troppo.
Giardino dell’Esedra
Palazzo Te è l’opera più grande e importante realizzata da Giulio Romano a Mantova: fu costruito su un’isola alle porte della città per volere di Federico II Gonzaga, tra il 1525 e il 1535, e successivamente ampliato da Vincenzo I.
Palazzo Magnaguti
Questo bel palazzo si nota solitamente passeggiando lungo via Giulio Romano per l’elegante balcone angolare, abbellito dalla ringhiera in ferro battuto decorata con motivi floreali, e le tre piccole pigne a marcare gli angoli.
Palazzo D’arco
In un contesto architettonico segnatamente rinascimentale come quello mantovano, punteggiato di corticelle e ordinati orti conclusi, lo splendido giardino romantico di Palazzo d’Arco può considerarsi un’invenzione recente, o quasi.
Casa del Sole
Palazzo Valentini fu in origine la residenza del ramo mantovano degli Strozzi, nobili fiorentini presenti in città già dalla fine del Duecento.