Palazzo Carli

Via Luigi Borsari 31, Ferrara

Un giardino che guarda alla Gran Bretagna, in tutti i sensi, disinvolto come solo i veri inglesi sanno essere.

Definito con grande spontaneità dai suoi proprietari – originari dell’isola di Sua Maestà – “a cozy space”. Qui si trova una vite canadese spontanea, residuo di una grande vigna che una volta si estendeva anche nel giardino confinante, ora adibito a parcheggio.

Fino al 2004 si potevano ancora vedere i pali che reggevano le piante, accantonati poi per sistemare lo spazio, notizia interessante perché testimonia la persistenza della tradizione agricola avviata in quest’area dai monaci del convento di Santo Spirito, i cui terreni arrivavano fino a corso Porta Mare. Un documento del 1815 – conservato dall’Archivio Comunale – racconta che qui anticamente si coltivavano indivia, ruta, cipolle, broccoli, ravanelli, cavolfiori, lattuga, carciofi, ravanelli, finocchi, salvia e rosmarino. Oltre alle viti c’erano i peri, i giuggioli, i peschi e tre olmi. Tra i fiori: garofani e tante varietà di rose. Nel testo si racconta anche di un pozzo con una vasca di pietra e di un pergolato per i polli.

Oggi in questo scampolo verde crescono la serenella, la yucca, il bosso e gli oleandri. Tra le scale e il muro sale l’ortensia rampicante. Il melograno centrale è stato tagliato da poco. Con i rami del vecchio ciliegio – di cui si vede ancora il ceppo tagliato – è stata costruita la panchina. Nei vasi un agrumeto mignon, con alberelli di arancio, limone e mandarino. L’acquiliegia e la menta si mescolano alle erbe spontanee, diffondendosi a piacimento tra le verdure.

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