Villa Valeri

Viale Fusinieri 66, Vicenza

Questa elegante villa nasceva in origine come rifugio extraurbano. Nel 1681 – anno di fondazione dell’edificio, riportato sul cartiglio latino che decora la facciata – la città aveva un’estensione molto più contenuta: in quest’area verdeggiavano i campi e i boschetti.

La costruzione fu realizzata per Ascanio Leoni Montanari, figlio di Giovanni I, proprietario del sontuoso palazzo che oggi ospita le esposizioni di Le Gallerie d’Italia. La notizia della proprietà deriva da un altro cartiglio, che aggiunge alla storia un pizzico di mistero. Si accenna infatti a una persecuzione, rispetto alla quale si possono solo fare delle ipotesi. Ascanio aveva sposato la serva con la quale aveva fatto cinque figli: forse era già stato allontanato a causa di questo scandalo? Oppure… si era pericolosamente avvicinato alla comunità protestante? Il quartiere dove storicamente viveva la sua famiglia, in contrà Santa Corona, era sede in quegli anni di una comunità particolarmente vivace e numerosa, che preoccupava molto i cattolici. La risposta non c’è, ognuno può credere in quella che preferisce. Sicuramente la residenza venne decorata come un casino di campagna, e affrescata con scene di caccia e di guerra. La progettazione venne affidata all’architetto Carlo Borella, che già si era impegnato per sistemare gli interni dell’abitazione cittadina. I Montanari non erano nobili ma erano decisamente ricchi. Venivano dalla Lombardia e commerciavano tessuti. Alla fine del Seicento il loro potere e la loro influenza divennero tali da meritare un titolo. A loro si deve dunque il nucleo originario di Villa Valeri, che tuttavia deve il suo aspetto odierno a successivi interventi ottocenteschi. Fu la vedova del conte Pietro Mattarello, Sulpicia Verlato, a occuparsi del restauro: coprì gli affreschi, aggiunse le barchesse, fece rimuovere dalla porte finestre le tipiche balaustrine, trovate di recente a pezzi, finite dentro ai pozzi e sotto la terra del giardino. Nel 1922 la proprietà venne acquistata dal Cavaliere Ernesto Poncato, che fece scavare il pozzo profondo 120 metri che tuttora alimenta la casa e la fontana, la cui forma riproduce – in scala minore – la fontana palladiana di Villa Lisiera. Nel giardino si mescolano piante antiche e nuove: le più anziane sono sicuramente le siepi di bosso vicino al cancello, che ormai contano 200 anni, quelle sul retro sono più giovani, vantano “solo” 80 anni. Tra gli alberi spiccano il glicine, l’olea fragrans, le belle palme.

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