Villa Spisani
Via Argine Lupo – Torre Colombaia, Ferrara (Stellata)

Villa Spisani, come ogni residenza storica che si rispetti, conserva molte memorie… e di conseguenza molte nomenclature. C’è chi la chiama ancora Villa Federica, chi vicino a Spisani aggiunge l’altisonante cognome dei Pepoli: ogni nome corrisponde a un determinato periodo, valorizza un’epoca e un proprietario.
Il feudo di Stellata venne donato all’inizio del Quattrocento dalla famiglia estense a Uguccione Contrari, insieme al feudo di Vignola: volevano ringraziarlo per il suo valore militare. Il primo nucleo della futura villa venne costruito nel Cinquecento da Ercole Contrari, uno degli uomini più ricchi di Ferrara, capitano della guardia del Duca Alfonso II, che veniva qui per cacciare ma anche per godere della campagna insieme ai suoi amici intellettuali, Torquato Tasso compreso. Egli morì senza eredi nel 1575, in circostanze quantomeno misteriose. L’ipotesi più accreditata è che sia stato avvelenato dallo stesso duca di cui era al servizio, come punizione per aver creato dei malumori – chiamiamoli così, di mezzo ci sono cani ammazzati, vendette, omicidi e bugie – tra la corte degli Este e quella dei parenti mantovani, ovvero i Gonzaga. La seconda ipotesi riguarda un intrallazzo amoroso con Lucrezia d’Este, sorella del duca, sposata al Duca d’Urbino.
Estinta la dinastia dei Contrari, il patrimonio – casino di caccia a Stellata compreso – passò alla sorella Laura e tramite il suo matrimonio con Sinicio Pepoli andò a incrementare i già ingenti possedimenti della stirpe bolognese. La lista dei personaggi illustri ospitati a Stellata, cominciata decisamente bene col Tasso, prosegue sullo stesso tenore: si arriva nel Settecento a Carlo Goldoni. Il celebre commediografo si fermò qui durante un viaggio verso Mantova e allestì uno spettacolo per una festa, accolto dall’amico Alessandro Ercole Pepoli, nato a Venezia, appassionato produttore teatrale.
Nell’Ottocento la struttura cambiò nome: Gioacchino Napoleone Pepoli – diplomatico e politico, senatore del Regno d’Italia e sindaco di Bologna – volle dedicare il “dolce retiro” a sua moglie, la principessa tedesca Federica Hohenzollern. Il loro fu un matrimonio felice e la coppia decise di trascorrere in riva al Po gli ultimi anni insieme. Si trasferì qui nel 1870 e spese non poche energie per ristrutturare il complesso e migliorare la vita dei braccianti, promuovendo una più diffusa scolarizzazione, fornendo libri alla biblioteca di Bondeno.
Dai Pepoli la proprietà passò – sempre tramite matrimonio – agli Spisani, che nel Novecento si spesero intensamente per la bonifica della provincia, da Guarda a Ro, fino appunto a Stellata. Furono loro ad affidare parte dell’immobile al fattore che gestiva la terra del vecchio feudo, e parte alle suore orsoline, affinché organizzassero l’asilo per i figli delle tante donne impegnate nella coltivazione della canapa. Le religiose, negli ambienti a loro riservati, allestirono una cappelletta e anche un teatrino per le recite, e negli ultimi anni è capitato varie volte che si presentasse in villa qualche anziano signore, memore dei tempi andati, commosso dai ricordi dei primi giochi e dei primi amichetti.


L’equilibrio bucolico, cristiano e padano andò in frantumi negli anni Settanta: i terreni vennero venduti, la villa venne destinata a nuovi utilizzi. Per certi versi tornò indietro nel tempo, per altri si proiettò in avanti. Tornò indietro, ai fasti galanti, proponendosi come privilegiato rifugio per amici e conoscenti di riguardo: qui si ospitavano gli attori invitati ad esibirsi al Teatro Comunale di Ferrara, così come le personalità più in vista della Mille Miglia, come il Duca di Kent, indimenticato per l’arrivo in Giaguar. Si proiettò in avanti grazie all’avanguardistica sperimentazione di Francesco Spisani, ideatore di Spisani Art. Esperto di opere d’arte in ceramica e in legno, aveva deciso di creare oggetti d’arredo e di design in metacrilato, ovvero in plexiglass, materiale per l’epoca nuovo e innovativo. Quale posto migliore per esporre le proprie creazioni se non la sperduta, fascinossima, villa? Lo show room tuttora affaccia sulla piazza del paese: compreso nella villa, inserito in un circuito internazionale di relazioni, contemporaneamente poroso e aperto allo strano ed eterogeneo pubblico che anima Stellata, nelle domeniche del noto mercatino dell’antiquariato.
Questo originale tran tran – dove il laboratorio creativo si mescola alla festa e alla mondanità – venne interrotto nel 2012 dal terremoto. I danni alla struttura furono gravissimi e le sue porte rimasero chiuse fino al 2018, quando si riuscì ad avviare l’importante restauro che l’ha traghettata alla recente riapertura, festeggiata nel 2024.
Il giardino che accompagna l’edificio nei lunghi anni di attesa e inattività ha finito per inselvatichirsi, ma non è detto che questo sia un male: la fauna si è ripopolata, si sono avvistati i barbagianni, le volpi… Passeggiando nel parco oggi si possono incontrare alberi vetusti, ragguardevoli in età e dimensioni, come le magnolie e gli ippocastani, insieme alle più giovani robinie, alle paulonie, ai noci, alle rose. Arrivando dalla bella torre colombaia, sfidata in altezza dai pioppi cipressini, sulla destra si trova anche un nuovo frutteto, piantato da Laura, sorella di Francesco.