Villa Angela

Piazza Virgiliana 12, Mantova

Villa Angela ha una storia curiosa, determinata da improbabili coincidenze che – osservate attraverso le lenti del celebre psichiatra Carl Gustav Jung – si potrebbero ritenere tutt’altro che casuali…

Oggi la struttura è gestita dalla cooperativa Ippogrifo, trasferitasi qui esattamente 10 anni fa, nel settembre 2009, per far sentire a casa un piccolo nucleo di persone con fragilità e problemi mentali. La cooperativa all’epoca aveva già alle spalle vari anni di attività: fu creata nel 1998, quando l’imminente chiusura del manicomio rese necessario organizzare l’accoglienza di 25 ospiti particolarmente disagiati. Si trattava di persone abbandonate da piccole, con nomi e documenti inventati, che non avevano famiglie che potessero prendersi cura di loro. L’Ippogrifo – fedele al suo nome, quindi alla creatura fantastica che aiuta Astolfo a recuperare il senno dell’Orlando Furioso, finito sulla luna – si impegnò a trovare e gestire tre spazi, due ad alta protezione (ovvero con assistenza 24 ore su 24) e uno a media protezione (ovvero con assistenza solo diurna), situato in via Nievo.

“Da questa esperienza abbiamo capito quanto sia terapeutico vivere il centro”, racconta Marcella, coordinatrice delle attività: “serve ai nostri ospiti per sentirsi inclusi nella vita cittadina ma serve anche alla comunità, che impara a conoscere e ad approcciarsi con spontaneità a persone ritenute per tanto tempo un problema da nascondere”. Quando i proprietari del condominio di via Nievo decisero di vendere l’intero complesso fu necessario trovare velocemente un’altra sistemazione, ma non sempre è facile ottenere un appartamento in affitto per un servizio così delicato e particolare, i pregiudizi purtroppo sono lenti a cadere. Una domenica mattina Alessandra, la coordinatrice, legge sulla Gazzetta un annuncio: Affittasi villa in piazza Virgiliana. “Non credevamo sarebbe stato possibile sostenere una spesa del genere, l’ipotesi di trasferirci in piazza Virgiliana ci sembrava un sogno troppo grande ma abbiamo voluto provare. Siamo andate a vedere l’immobile e abbiamo scoperto che la proprietaria, medico di base, aveva alle spalle una laurea in psichiatria! Ha subito compreso il senso della nostra attività e l’ha voluta sostenere, ed eccoci qui”. La villa prende il nome dalla madre della proprietaria che con grande sensibilità ha incontrato le esigenze dell’Ippogrifo, la signora Angela di cui restano tra le sale tanti ricordi, dagli arredi ai quadri che si dilettava a dipingere.

Il giardino familiare non ha perso il proprio carattere di luogo allegro e vissuto, è anzi stato ridisegnato – con il supporto di un agronomo – per diventare ancora più accogliente e ricco di colori e profumi, «perché le persone che hanno sofferto tanto hanno bisogno di avere intorno delle cose belle». Sono state piantate le siepi di bosso e definita una piazzetta circondata dalle aiuole, dove prima esisteva solo un corridoio di passaggio. Si è allestito un pergolato per farci salire il glicine e ombreggiare il tavolo sottostante, dove spesso ci si ferma a mangiare l’uva prodotta dall’abbondante vite che sale sul muro di cinta. Durante la primavera e l’estate lo spazio è molto apprezzato e frequentato, tanto che spesso i turisti che ci passano davanti lo scambiano per un B&B. “Potrebbe anche essere una bella idea da sviluppare in futuro, chi lo sa, di sicuro siamo trasformisti, si potrebbe pensare a una convivenza”, commenta con un sorriso Marcella. Il cedro, l’abete e i tigli sono attualmente gli inquilini più anziani. Più giovani sono le ortensie, la palma, il gelsomino in vaso.

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