Sopra le mura

Vicolo Cortazza 12, Piacenza

Come può esistere nel piatto orizzonte padano un giardino sopraelevato?

La particolarità del grazioso angolo verde di vicolo Cortazza è proprio questa: a fare da quinta agli alberi e agli arbusti non ci sono case e palazzi, ma direttamente il cielo. L’acero che cresce vicino al parapetto – amatissimo genius loci, custode della casa – può guardare davvero dall’alto in basso le verdure che crescono negli orti sottostanti, e farsi ammirare in tutta la sua bellezza dai vicini che abitano nel condominio di fronte, al terzo piano.

Spiegare questo insolito dislivello tuttavia non è così difficile, basta sfogliare un libro di storia e osservare il profilo delle mura farnesiane, per rendersi conto che il giardino cresce esattamente in corrispondenza dell’antica fortificazione militare. 

La cinta venne edificata nel 1525 per volere di Papa Clemente VII de’ Medici, che entrato in possesso della città ritenne opportuno potenziarne il sistema difensivo. Circondò il nucleo abitato con un muro a scarpata alto circa 15 metri, dotato di bastioni affinché potesse più facilmente assorbire l’urto dei proiettili sparati con forte intensità. Una ventina di anni dopo Pierluigi Farnese fece realizzare la cosiddetta tagliata, ovvero liberò da alberi e costruzioni lo spazio attorno alla cinta. Profonda un miglio, la tagliata obbligava le artiglierie nemiche ad uscire allo scoperto per attaccare, trasformandole così in più facili bersagli. Da quella volta la città non fu mai più espugnata. Benché oggi sia improbabile veder arrivare dalle campagne truppe a cavallo e carri carichi di archibugi, l’intervento conserva la sua utilità, offrendo prospettive inaspettate tra il glicine e le piante officinali.

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