Serra igloo UNIFE
Via Giuseppe Saragat 13, Ferrara

Un cubo e una semisfera: due solidi platonici, figli della matematica greca, sono alla base della Serra Igloo che nel 2021 è spuntata come un fungo in via Saragat, accanto al Tecnopolo, suscitando non poche curiosità.
La struttura di giorno è già decisamente straniante, di notte l’effetto si amplifica, perché si illumina di rosa, suscitando non poche domande tra gli automobilisti che passano lungo la circonvallazione. Cos’è questo disco volante color barbie? E’ un nuovo locale per gli studenti di ingegneria?


Questo strano geode svolge la funzione di una serra, ma non serve a produrre verdure da vendere al mercato. Serve a sperimentare, testare, studiare: è uno spazio di ricerca voluto e curato dal laboratorio interdipartimentale Cias.
Dentro la semisfera c’è la serra vera e propria: qui si coltivano – dentro tubi verticali – orticole come insalata e fragole, ed erbe aromatiche come basilico e prezzemolo. Accanto alla semisfera – come uno scuro monolite – si staglia la grande struttura cubica, ricoperta di pannelli solari, che contiene tutti gli apparati necessari al funzionamento dell’impianto di coltivazione idroponica. L’estetica del complesso spicca in mezzo al verde del grande prato che circonda la sede universitaria, ma questa tecnica di coltivazione non prevede il contatto tra i vegetali e il terreno: le piante vivono sospese, e sospese riescono ad attingere a tutte le sostanze nutritive di cui hanno bisogno. La luce rosa che si irradia al calare del sole non è un effetto pensato per stupire: viene prodotta dalle lampade a spettro combinato che si attivano per favorire la crescita vegetativa.


La coltivazione idroponica – che inizia a diffondersi anche in Italia – permette di produrre molto di più, sfruttando meno suolo e meno acqua. L’obiettivo di questa sperimentazione è efficientare ulteriormente il processo, affinare la conoscenza e la tecnologia. Per contrastare i microrganismi patogeni comunemente presenti nelle serre (ovvero funghi, virus e batteri) i ricercatori stanno testando l’introduzione di batteri probiotici. Il controllo dell’ambiente viene gestito da remoto attraverso un software che regola l’umidità, l’anidride carbonica e la temperatura. L’energia necessaria al mantenimento del sistema è prodotta dai pannelli solari, l’aria per irrigare viene raccolta dalla pioggia. L’obiettivo è azzerare ogni tipo di consumo all’interno di una struttura a basso impatto e lunga durata. Sia la semisfera che il cubo sono completamente riciclabili e riutilizzabili: sono senza fondamenta eppure possono sopportare vento fino a 200 chilometri orari e terremoti di livello sette della Scala Mercalli. Niente male per quello che da lontano sembrava l’ennesimo cocktail bar!