Parco Massari

Via Porta Mare 3, Ferrara

Parco Massari – con i suoi quattro ettari di prati, alberi, siepi e arbusti – è il più grande e frequentato giardino pubblico del centro storico ferrarese.

Fu progettato nel 1780 dall’architetto Luigi Bertelli per accompagnare l’imponente residenza cinquecentesca del marchese Camillo Bevilacqua Cantelli, oggi conosciuta come Palazzo Massari. Il disegno originale – completato nel 1787 – comprendeva sette varchi di accesso, mentre oggi ne restano due, una grande varietà di agrumi e piante da fiore e una raffinata coffee house affacciata su corso Ercole I d’Este, ispirata ai templi antichi. Dall’ingresso principale, su corso Porta Mare, si allungava un solenne viale, affiancato da cento colonne impegnate a sorreggere altrettante statue di eroi e divinità della mitologia greca. Alcune di queste statue sono attualmente conservate a Voghiera, presso Villa Massari.  In fondo al viale zampillava una fontana molto grande, con tre piatti a raccogliere l’acqua, e un Nettuno in cima. Verso il fondo, dove tuttora si trova un piccolo rialzamento del terreno, si trovavano delle arcate marmoree ricoperte di rampicanti. Nella parte destra era situato il teatro di verzura, costruito con siepi di sempreverdi, dedicato alla rappresentazione di spettacoli e all’esecuzione musicale. Sempre a destra stava anche la ghiacciaia, utilizzata fino in epoca moderna. Nella parte sinistra c’erano i bagni, calidarium e tepidarium, e l’aranceto. Lo spazio era organizzato in modo scenico, anticipava la moda del giardino barocco. La devastazione di questo piccolo paradiso avvenne durante l’occupazione francese, quando le truppe napoleoniche decisero di stabilirvi l’accampamento militare. In seguito, nell’Ottocento, l’area verde venne ripristinata dai Conti Massari, anche se cambiò profondamente natura e attitudine.

I nuovi proprietari scelsero di importare la moda paesaggista del giardino all’inglese, che grazie all’espediente prospettico del sentiero curvilineo nascose il confine del muro di cinta e fece apparire l’area ancora più grande. A quell’intervento risale la piantumazione di alcuni degli alberi più vecchi, tuttora viventi, come i magnifici cedri del libano. All’epoca erano esemplari rari e costosissimi, proprio per questo vennero sistemati vicino alla strada, affinché tutti potessero apprezzare il successo della famiglia. I tassi e le querce sono ancora più vecchi, furono piantati alla fine del Settecento. Tra i venerandi figurano anche il gingko biloba, i bagolari, i platani e la paulonia. I conti vendettero il parco al Comune nel 1936, che lo aprì al pubblico.

Tra gli aneddoti e le curiosità più recenti vale la pena ricordare come il regista Vittorio De Sica scelse l’accesso su corso Ercole I d’Este per rappresentare l’ingresso del celebre giardino dei Finzi Contini, nella trasposizione cinematografica del romanzo bassaniano, nel 1970. Più o meno nello stesso periodo di fronte all’accesso da corso Porta Mare fu allestito un labirinto di siepi, che venne poi eliminato per questioni di sicurezza. Negli anni Ottanta, vicino all’attuale punto ristoro, si trovava invece il recinto delle capre, che dà il titolo al romanzo noir pubblicato da Lorenzo Mazzoni nel 2008. Tra i busti che oggi si possono incontrare passeggiando tra i sentieri figurano tre personaggi: Giuseppe Verdi, realizzato nel 1914 dal piacentino Giacomo Zilocchi; Cesare Battisti, donato nel 1940 dal ferrarese Amedeo Colla; Dante Alighieri, scolpito da Mirella Guidetti Giacometti ed inaugurato nel 2000, per commemorare i 700 anni della Divina Commedia.

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