Parco delle Colombare
Via Castello San Felice 6, Verona

Un altro luogo misconosciuto, ai confini di Veronetta, è il Parco delle Colombare.
Misconosciuto, non sconosciuto, perché quasi tutti coloro che dagli anni Settanta in poi sono stati studenti nelle scuole cittadine, hanno passato qui le mattinate di ‘berna’. Questo è uno dei più grandi e panoramici giardini pubblici di Verona e prende il nome da Villa Colombari, ovvero dalla residenza di Pietro Colombari, commerciante di terre coloranti. Egli acquistò nel 1888 la tenuta di Pindemonte, con le sue gallerie di terra gialla, la famosa ocra venduta in tutto il mondo, di cui ancora si possono vedere le imboccature. Il terreno venne comprato dal Comune nel 1967 e trasformato in parco.
Oggi al centro della tenuta, al posto della villa e dei rustici, si trovano un asilo nido e una scuola materna, un ristorante, uno spazio per ragazzi con pista da skateboard e, più defilata, una zona per i più piccoli. Durante gli innumerevoli passaggi di proprietà la vegetazione arborea è stata sempre oggetto di attenzione ed esistono negli archivi elenchi degli alberi piantati: già una perizia del 1946 annotava che «nella parte tenuta a bosco vi allignano 260 piante d’alto fusto di varie specie e, nella parte agricola viti, olivi, ciliegi, susini, amarene, peri e cotogni».

Tuttora esistono qui molti vecchi alberi notevoli: innanzitutto il grande gelso, e poi il bagolaro, il faggio, il liriodendro, il gingko, la sterculia, il cedro della California, il cipresso mediterraneo e quello del Kashmir, elegantissimo, con i rami spioventi lunghi. Un vero e proprio abbecedario verde, una biblioteca degli alberi. Per facilitare la consapevolezza e la comprensione degli studenti in gita, la Fondazione Cariverona ha finanziato il percorso didattico Alberi Parlanti, una vera manna per le scuole e i bambini, in tutte le stagioni.
Un’area particolarmente interessante è anche quella accanto al ristorante, con la vasca delle ninfee e gli elementi ottocenteschi, come le grottine ancora ben conservate e le statue di fattura seicentesca, provenienti dal Museo Maffeiano, posizionate qui negli anni Sessanta.