Parco della Provianda
Vicolo Madonnina 12, Verona

Facciamo un poco di ordine, perché qui di storia ce n’è davvero tanta.
Siamo nel Parco della Provianda di Santa Marta e per capirci qualcosa partiamo dall’ultima parte del nome, ovvero da Santa Marta. Il riferimento religioso viene da lontano, ovvero da un antico monastero costruito all’inizio del Duecento. Inizialmente era dedicato a Santa Maria Maddalena ma quando venne soppressa la sua attività, durante l’occupazione francese, vi fu qualche errore di trascrizione nel catasto, e da quella volta la chiesa del complesso – ormai sconsacrata – venne chiamata di Santa Marta. Nel 1850 il governo austriaco requisì i fabbricati, dove nel frattempo erano riusciti a tornare i religiosi, per convertirli a caserma.
Buona parte degli edifici, compreso il tempio e il chiostro, vennero demoliti per fare posto a un polo logistico di grande rilievo, e qui si arriva all’altra parte del nome, ovvero alla Provianda. La parola è decisamente desueta, indicava il reparto che gestiva il vettovagliamento delle truppe, il loro rifornimento alimentare. I nomi di chi progettò la struttura restano impressi nella facciata, nel pilastro in marmo rosso di Verona: furono il tenente colonnello Andreas Tunkler, noto per le sue pubblicazioni di scienza delle fortificazioni, e il capitano ingegnere Ferdinand Artmann, esperto di tecnologia della sussistenza, della produzione e conservazione alimentare, il capitano ingegnere Anton Naredi Rainer, che già si era impegnato nell’ampliamento di Porta Vescovo.
Conclusa l’occupazione austriaca, il grande complesso in seguito venne utilizzato anche dai militari americani e italiani, durante la Seconda Guerra Mondiale. Restò infine vuoto e abbandonato per molto tempo. Solo nel 2007 venne avviato il cantiere per il restauro, firmato da Massimo Carmassi, che al termine del cantiere, nel 2015, vinse grazie a questo lavoro la Medaglia d’oro dell’architettura italiana.
Oggi il polo ospita aule e uffici dell’Università. Arriviamo dunque all’ultima parola, che poi sarebbe la prima, ovvero al parco. L’area verde è spropositata: è grande 25mila metri quadrati. Caratterizzata da un grande prato e da un lungo doppio filare di tigli, piantato per ombreggiare passeggiatori e ciclisti, serve ora da parco pubblico.