Palazzo Schifanoia
Via Scandiana 21, Ferrara
Palazzo Schifanoia è celebre a livello internazionale per l’affresco rinascimentale dedicato al Ciclo dei Mesi.
L’edificio fu costruito per volontà di Alberto V d’Este a partire dal 1385, pensato come dimora di rappresentanza e svago: la parola Schifanoia infatti deriva letteralmente da “schivar la noia”. Fu però Borso d’Este ad arricchirlo nel 1469 con i famosi affreschi, ideati dall’astrologo e bibliotecario di corte, Pellegrino Prisciani, che intrecciano gli antichi saperi legati alla terra e alla campagna, astrologia e pragmatismo politico, per esaltare il duca e il suo dominio. Una straordinaria impresa collettiva, guidata dal genio e dalla maestria dei pittori Francesco Del Cosse ed Ercole De Roberti. L’ultimo ampliamento della struttura, progettato da Biagio Rossetti, risale al 1493.
Lo splendido giardino, chiamato Giardino dell’Amore, racchiude un vero e proprio patrimonio vegetale, composto da diverse specie di arbusti e alberi per lo più ornamentali, disposti in modo naturale, quasi romantico. Sulla destra si incontrano gruppi di noccioli e una betulla, la parte centrale è dominata dalla grande magnolia stellata e dallo storace americano. Tra gli esemplari più amati c’è il grande ciliegio. Questo luogo tranquillo, quasi incantato, viene particolarmente apprezzato dai turisti stranieri perché proprio all’ombra dei suoi alberi la scrittrice scozzese Ali Smith ha trovato l’ispirazione per scrivere il best seller internazionale “L’una e l’altra”.
Negli ultimi anni la porzione sinistra dell’area è stata utilizzata come cantiere per il restauro dell’edificio; solo al termine dei lavori si è potuto riconsegnarla al verde, ma andava necessariamente ripensata, per questo è stato chiamato il garden designer Manfredi Patitucci. Ripristinare il giardino storico era inimmaginabile, anche perché la superficie attuale corrisponde circa a un sesto di quella che si può osservare nella mappa cinquecentesca del Borgatti. Bisognava ideare qualcosa di nuovo, trovando però degli elementi che tenessero ancorato il presente al passato. La soluzione elaborata è stata quella di specchiare nel verde il palazzo, creare un contraltare all’edificio, e di scegliere tecniche di coltivazione tipiche dell’epoca rinascimentale. Da questa visione è nata la spalliera di alberi da frutto, le siepi che corrono in parallelo al fronte e la pergola di rose, proporzionata sulla scansione del salone del Ciclo dei Mesi.