Palazzo Pallavicino

Stradone Farnese 21, Piacenza

Palazzo Pallavicino disponeva, e per certi versi dispone ancora, almeno da un punto di vista scenografico, di un bellissimo giardino.

L’imponente edificio venne edificato tra la metà e la fine del Cinquecento, mentre l’impianto del parco sembra potersi datare al Settecento. La famiglia di cui conserva il nome discendeva dall’antichissima stirpe obertenga, la stessa che ramificandosi diede vita alle dinastie degli Este e dei Malaspina.

Per lunghi secoli ha posseduto ampi territori in tutto il Nord Italia, anche se il feudo più grande – tale da rappresentare uno Stato a sé stante – si collocava proprio tra Piacenza, Parma e Cremona. Ciò che si conserva oggi degli antichi fasti è soprattutto l’imponenza della costruzione. Superato l’ingresso porticato si incontra il cortile interno, con una grande aiuola centrale dove crescono le rose. Dietro all’aiuola disegnano una bella macchia frondosa le chiome degli alberi ed è facile cedere all’illusione, ovvero credere che l’area si apra a comprendere il boschetto. Questo era vero una volta.

I proprietari dell’immobile infatti dovettero cedere – probabilmente per necessità economiche –  la superficie alla municipalità, che ha trasformato lo spazio privato in spazio pubblico. L’antico giardino quindi, di cui resta la prospettiva paesaggistica, è diventato un parco aperto alla comunità, chiamato Giardino della Libertà. Qui è stata inaugurata nel 2022 la stele, prima in Italia, in ricordo delle vittime di tutti i totalitarismi. Il progetto dell’installazione artistica – costruita in acciaio sabbiato – è stato coordinato dall’architetto Carlo Ponzini, per il Circolo Einaudi.


 

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