Palazzo Liorsi

Via Paradiso 13, Verona

Un grande albero di ligustro appare inaspettatamente, percorrendo via Paradiso in direzione di via Carducci, al di là del muro di confine di un parcheggio.

Può un solo albero fare un giardino? Certamente sì se è alto, sempreverde, ben potato, e protegge gli uccelli che si nutrono delle sue bacche. Soprattutto se assieme all’albero c’è un pozzo, un porticato, un grande portone. Il palazzo Liorsi, già Dal Pozzo, fu acquistato dalla nobile famiglia Liorsi nel 1805, dopo che il precedente palazzo di famiglia, situato di fronte a Castelvecchio, era stato incendiato e distrutto dalle truppe francesi nel corso delle Pasque Veronesi del 1797. Il palazzo venne costruito nel Seicento per i Dal Pozzo, importante famiglia nobiliare, ora estinta.

La sua memoria resiste tuttavia in questo luogo, grazie al blasone in pietra collocato sulla chiave d’arco del portone delle vecchie scuderie. Un’altra testimonianza storica molto affascinante, sebbene più misteriosa, si può notare nella parete della corte, dove è stata inserita una stele romana. Riporta un’iscrizione funeraria del I secolo dopo Cristo. Non si sa bene quando e come sia finita lì sopra, ma tutto lascia supporre che in questa zona fosse presente un cimitero. 

L’impianto dell’edificio è stato più volte modificato nei secoli. La trasformazione più incisiva risale agli anni Cinquanta del Novecento, riguarda la divisione e riduzione del grande giardino, che precedentemente occupava l’intera area dell’attuale parcheggio. L’antico giardino presentava al centro una bassa fontana rotonda in pietra, circondata da quattro aiuole, mentre piante di alto fusto sorgevano nella parte sud-occidentale.

Oggi resta solo il ligustro, splendido quarantenne, nato spontaneamente dalla radice di una siepe che oggi non esiste più. Si potrebbe dire che l’esemplare è stato lasciato libero di crescere, sicuramente nessuno si aspettava che diventasse un tale gigante! Di recente, in occasione del matrimonio della figlia degli attuali proprietari, nuove essenze sono arrivate a fargli compagnia. 

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