Palazzo Garzadori Fattore
Come può un palazzo bello come questo non avere un giardino? E difatti ce l’ha.
Dell’affascinante costruzione di contrà Paolo Lioy purtroppo si sa poco. L’architettura risale al Quattrocento, è un meraviglioso esempio di gotico fiorito. All’epoca Vicenza viveva un momento di crescita e ricchezza: dopo un lungo periodo di conflitti era stata inclusa nel territorio protetto dalla Serenissima e le famiglie benestanti locali desideravano emulare lo stile dei prestigiosi dominatori, anche in campo architettonico.
La facciata di Palazzo Garzadori Fattore è esemplare: totalmente affrescata, con gli archi a sesto acuto trilobato, i pennacchi e i rosoni in pietra con gli spilloni, i capitelli corinzi e le cornici lavorate.
Della committenza si sa poco, ma si può immaginare che appartenesse alla stessa famiglia che ha costruito poco lontano l’altrettanto raffinato Palazzo Garzadori, in contrà Piancoli. I Garzadori all’epoca erano particolarmente potenti, ed è lo stesso cognome a tradire l’origine del loro benessere: è una corruzione di cardatori, lanieri, impegnati nella pulitura e verosimilmente nel commercio della lana.
Al giardino si arriva superando un grande androne col soffitto di legno, utilizzato in passato per il passaggio delle carrozze. Nell’ombra si scorge, a sinistra, la statua di una donna, forse una virtù.
Lo spazio verde è chiuso da un romantico cancelletto di ferro, sovrastato dal gelsomino. All’interno spicca per bellezza e tensione l’ombrello della Sophora japonica, vera e propria pagoda vegetale, sotto al quale sono state collocate un paio di sedute e il tavolino. Attorno crescono l’ulivo, l’osmanto odoroso, l’ortensia quercifolia, la lavanda, la salvia, le roselline.
Un balconcino in pietra protegge chi vuole affacciarsi sul fiume sottoposto e ammirare, da una prospettiva inedita, il suggestivo Ponte di San Michele, anch’esso disegnato in stile lagunare.