Palazzina
Marfisa
d’Este
Corso della Giovecca 170, Ferrara
In epoca rinascimentale la comunicazione tra Palazzo Schifanoia, Palazzo Bonacossi e questa Palazzina — che prese il nome dalla sua proprietaria, la principessa Marfisa d’Este — avveniva attraverso i giardini, lungo percorsi immersi nella vegetazione, che assieme componevano uno scenografico disegno urbanistico.
Oggi è scomparso quell’affascinante sistema verde, chiamato all’epoca Casini di San Silvestro, ma il giardino della residenza nobiliare, sebbene ridotto nelle dimensioni, non ha perso il proprio fascino.
Quando si entra da corso Giovecca l’attenzione va subito alla vera da pozzo quattrocentesca, scolpita con gli stemmi estensi, circonda dal ginkgo, dal cedro dell’Atlante — varietà glauca — e dalla magnolia. Poco oltre questo angolo ombroso si estende il prato, chiuso a sud da una siepe e bordato da alcune palle di cannone in macigno provenienti dal Castello Estense. Nella par te più orientale macchie di alloro si addensano attorno alla fontana, dominata dalla statua di un putto — l’originale, in bronzo, opera dello scultore ferrarese Giuseppe Virgili, si trova all’interno della palazzina. Magnolie e allori incorniciano la bella Loggia degli Aranci — voluta da Francesco d’Este nel 1560, padre di Marfisa — che si è conservata nell’angolo sud-orientale.
uesto ambiente porticato, dalla volta fittamente decorata a tralci di vite con uccelli e animali, un tempo veniva utilizzato come serra e per ospitare spettacoli e rappresentazioni. Collegata alla loggia si trova l’antiloggia, semiaperta, con un grazioso soffitto affrescato con amorini musicanti.
Da qui si accede alla Sala della Grotta, sulle cui pareti si possono ammirare scene di caccia e pesca, che richiamano le vedute della campagna ferrarese. L’impianto contemporaneo è stato realizzato nel 1937 dall’ingegnere Carlo Savonuzzi, che introdusse le aiuole di bosso e le vasche d’acqua.