Orti Degani
Via Degani, Piacenza
Sono ormai tante le città italiane a essersi dotate di orti sociali: spazi pubblici divisi in appezzamenti, che chi abita in condominio può chiedere gratuitamente e coltivare a seconda del proprio gusto personale.
Sono tuttavia pochissime le città che accolgono luoghi di questo tipo all’interno del centro storico, e Piacenza da questo punto di vista rappresenta un caso più unico che raro. L’area compresa tra via Borghetto e via Degani già in epoca rinascimentale veniva sfruttata per la produzione di frutta e verdura: ha dunque una secolare vocazione agreste, che l’amministrazione comunale ha voluto preservare. La creazione dell’orto condiviso fu stabilita nel 1999, con un primo riassetto complessivo del quartiere, che ha portato alla creazione di questo corridoio verde con doppio accesso.
L’intervento che ha dato all’area il suo aspetto odierno è stato realizzato nel 2003, su progetto della paesaggista Anna Scaravella e degli architetti Olga Hainess, Claudio Sesenna e Marcello Spigaroli. La superficie, di circa 7mila metri quadrati, è stata divisa in due parti. 2mila metri quadrati sono stati destinati agli appezzamenti, 5mila metri quadrati sono stati adibiti a parco pubblico, dotato di sedute, tavoli per picnic e giochi per bambini. Qui sono stati piantati gli alberi da frutta, che ricordano il classico brolo, e lungo il muro arbusti autoctoni, che formano una macchia libera e boscosa. Un sentiero curvilineo collega i due ingressi, un altro percorso a carattere ortogonale – disegnato in corrispondenza dei vecchi rivi urbani che in passato servivano all’irrigazione – separa il parco dagli orti. I viali sono ombreggiati dai pergolati, coperti dai rampicanti: facilitano la lettura dello spazio, senza creare barriere visive.
Gli orti, così come la parte formale del giardino, sono stati progettati secondo le linee guida di una griglia ideale, avente come unità di misura l’antico trabucco piacentino, che corrisponde a 281,74 centimetri. Le pavimentazioni e la disposizione degli alberi sfruttano i multipli e i sottomultipli della stessa misura. Questa scelta è stata dettata dalla volontà di recuperare e sottolineare il valore di una tradizione costruttiva che il passare del tempo ha reso sempre più rara e labile. Tra i 25 appezzamenti coltivati – mediamente la loro dimensione è di 80 metri quadrati – si incontrano le rose, altri alberi da frutto e aiuole di piante aromatiche.