Museo Taller

Compañía de Jesús 2784

Nel Museo Taller del quartiere Yungay si nasconde una piccola grande foresta nativa di vegetazione sclerofilla, nata nel luglio 2023. Basata sul metodo di ripristino ecologico del botanico giapponese Akira Miyawaki, è cresciuta rapidamente, diventando fitta e alta.

Il Museo Taller è uno spazio interattivo, culturale ed educativo che celebra e condivide la maestria dei mestieri manuali. Chi visita questo luogo entra in contatto con il lavoro tradizionale, con la saggezza degli artigiani e dei coltivatori, con le materie prime, gli strumenti e i processi. La sua collezione, composta da oltre 5mila pezzi, inizialmente incentrata sugli antichi strumenti da falegnameria, si è poi ampliata ad altri mestieri come la stampa, la produzione tessile e la ceramica. In questo contesto, il piccolo bosco creato nel cortile interno non è solo un polmone verde e un rifugio di biodiversità, è un luogo dove incontrare la materia prima della falegnameria, ovvero gli alberi: dal seme al bosco, per arrivare al legno.

“Ogni terreno sogna di diventare una foresta” è la premessa di Bosko, lo studio che ha realizzato questo progetto di vegetazione ispirandosi alla tecnica di crescita accelerata ideata da Miyawaki. Si tratta di un metodo sviluppato intorno al 1970, in grado di accelerare fino a dieci volte la crescita delle foreste autoctone, piantando densamente piante diverse, con caratteristiche diverse. La competizione per raggiungere la luce e la collaborazione che avviene sotto terra consentono di creare in breve tempo uno spazio molto fitto.

Il bosco del Museo Taller si estende su una superficie di 200 metri quadri e contiene più di 700 piante di oltre 40 specie. Tra le native cilene, che sono state piantate organizzando un’attività aperta alla comunità: lo huilmo, simile a un iris selvatico, il quebracho, termine ombrello che comprende diverse specie di alberi molto duri da tagliare (la parola infatti significa “spacca ascia”), la lobelia tupa, qui chiamata comunemente col suggestivo nome di “tabacco del diavolo”, il mirtillo della Patagonia e la fascicularia bicolor, che è una bromeliacea. Sono tutte piante autoctone della foresta sclerofilla, che corrisponde al tipo di foresta che esisteva in questa zona prima che fosse popolata e edificata. Si tratta di una vegetazione adattata ad ambienti caldi, secchi e con scarsa disponibilità di nutrienti, come i climi mediterranei, caratterizzata da foglie coriacee e perenni, che riducono la perdita di acqua.

L’area verde è diventata uno spazio significativo del museo, dove si svolgono diverse attività ed esperienze, come la narrazione di storie, il laboratorio di cianotipia e rilegatura, con foglie raccolte nella stessa foresta, o il particolare laboratorio intitolato “Memorizza la foresta”. Qui si impara a conoscere la biodiversità e la natura attraverso racconti e giochi, trascorrendo dei bei momenti all’aria aperta.

L’aria profumata che si respira è quella di un giardino giovane, uno spazio di calma e silenzio. I curatori del museo sono entusiasti: “abbiamo sperimentato il benessere e la serenità di abbandonarci completamente al momento presente, all’essere nel bosco, con un’attenzione gioiosa, profonda, connessa e libera. Venite. Davvero, venite. Da un anno, da quando abbiamo avviato questo progetto, non potremmo essere più felici”.

Le foreste di Miyawaki possono crescere 10 volte più velocemente delle foreste normali, essere 30 volte più dense e molto più ricche di biodiversità. Inoltre, richiedono irrigazione e manutenzione minime. Nel maggio 2024, poco prima del primo anniversario della foresta del Museo Taller, ne è stata piantata un’altra nelle vicinanze, nello stesso quartiere di Yungay: cercatela in Plaza Libertad!

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