Museo Archeologico di Stellata (Casa Ariosto)
Via Gramsci 301, Ferrara (Stellata)

Ma quindi Ludovico Ariosto veniva in villeggiatura a Stellata? Come mai c’è una casa che porta il suo nome?
In realtà il palazzo che ospita il Museo Civico Archeologico del paese non apparteneva a Ludovico, ma al figlio che il letterato ebbe con la domestica, Virginio.
Egli aveva studiato col Bembo ed era un ecclesiastico, nominato canonico della cattedrale di Ferrara, tuttavia il frutto non cade mai troppo lontano dalla pianta: si occupò di collezionare la raccolta Rime scelti de’ poeti ferraresi, compose una propria commedia, intitolata Imperfetta, e promosse la diffusione delle opere paterne.
In riva al Po arrivò per caso, o meglio: per amicizia. Il feudo apparteneva alla dinastia dei Contrari, che poteva concedere ad altre persone immobili o terre attraverso il sistema delle investiture. Fu il conte Ercole a designare Virginio Ariosto come usufruttuario della casa, che all’epoca veniva descritta corredata di un cortile, di un orto e di un pozzo. Col passare dei secoli l’immobile è passato attraverso molte mani. Nel Settecento venne acquistato dai nobili Manfredi, e dopo alterne vicende familiari e rinunce all’eredità, finì per essere integrato nel patrimonio del Comune di Bondeno. Restaurata e riadattata a sede espositiva, la struttura conserva ancora tanti elementi di interesse: le decorazioni pittoriche risalenti a diverse epoche, il soffitto e le antiche travi in legno.
La decisione di allestire qui un museo dedicato alle radici e all’identità locale è tutto sommato recente: l’inaugurazione è stata festeggiata nel 2004. L’intitolazione a Monsignor Guerrino Ferraresi, arciprete e storico, sottolinea il carattere delle collezioni e l’obiettivo delle sezioni didattiche, pensate per rendere le nuove generazioni maggiormente consapevoli del contesto in cui vivono, del suo passato e delle sue tradizioni. Ferraresi tra gli anni Cinquanta e gli Ottanta fu una figura determinante per l’archeologia locale, per la scoperta e la segnalazione di siti importantissimi, e per la pubblicazione in quattro volumi della Storia di Bondeno, insieme ad altre numerose monografie.
Oggi passeggiando tra le varie sale si può ripercorrere in pochi passi la storia del territorio. Osservando i reperti esposti e leggendo i pannelli didattici si viaggia dal villaggio neolitico rinvenuto a Fornace Grandi, alla civiltà della terramara, dai sepolcri villanoviani dell’età del ferro alla romanizzazione. Si conclude l’itinerario nel periodo post classico, caratterizzato dall’influenza del monastero benedettino di Nonantola.