Mirto?
Corso Porta Mare 39, Ferrara

Parva sed apta mihi. Il giardino di corso Porta Mare fa venire in mente le parole usate da Ludovico Ariosto per descrivere la sua casa: piccola ma adatta a me.
Lo spazio è raccolto ma amorevolmente curato. Ogni pianta, ogni fiore, ogni arbusto merita un’attenzione speciale. Vi si accede superando l’ingresso e il salotto di casa. Inizialmente ci si imbatte in un cortile abbracciato dalle piante in vaso: ortensie, iris, rose, il gelsomino e la gardenia.
Dal muro di cinta sulla sinistra sbuca a salutare le compagne più in basso l’abbondante e generoso pruno dei vicini. Verso il fondo, vicino al cancello da cui si accede al prato, si incontrano un bel limone matto, che non dà frutto, e a sorpresa il mirto, regalo del genero della proprietaria, che viene dalla Sardegna. Oltre il cancello crescono sulla sinistra la serenella, il filadelfo, le rose bianche e rosse, una corposa siepe di viburno. Sulla destra, con soddisfazione della signora, in primavera fiorisce oltre al giuggiolo una bella nuvola di iris e di peonie, il fiore preferito. Il finocchietto selvatico viene dalla Campania: è stato raccolto lungo la strada e trasportato in aereo. Lo accompagnano la rucola selvatica, la menta, i pomodori che d’estate maturano nel vaso in terracotta, l’alloro. In fondo l’albicocco e l’esuberante caprifoglio, accompagnati dal calicanto invernale, dall’albero di cachi e dalle rose rampicanti.