Liceo Ludovico Ariosto
Via Arianuova 15, Ferrara

Grazie agli studenti del Liceo Ariosto, che partecipano a Interno Verde come custodi dei giardini segreti più suggestivi e curiosi di Ferrara, ma anche come autori di questa descrizione.
“Nel cuore del Liceo Ariosto di Ferrara, tra le antiche mura che custodiscono secoli di storia e sapere, si apre un giardino segreto, un’oasi di quiete sospesa nel tempo. Il verde degli alberi secolari si intreccia con i passi degli studenti, mentre il sole filtra tra i rami. Qui, tra il mormorio delle foglie e il suono lontano delle campanelle, si intrecciano pensieri, sogni e pagine di libri, in un angolo di pace che appartiene a chiunque vi si soffermi, anche solo per un istante”
Ogni mattina uno studente del Liceo Ariosto si alza, consapevole che dovrà correre più veloce dello sguardo del professore o della professoressa di turno per evitare spiacevoli inconvenienti, come un’interrogazione a sorpresa o un richiamo. Lo studente in questione è anche conscio che non riuscirà a sfuggire al proprio destino, ma per qualche secondo, volgendo l’attenzione al Giardino della scuola, potrà avere la percezione di essere salvo, immaginandosi all’aria aperta, circondato da piante verdi illuminate dai raggi del Sole.
“Giunse ad un rivo che parea cristallo,
ne le cui sponde un bel pratel fioria,
di nativo color vago e dipinto,
e di molti e belli arbori distinto.”


Il Giardino del Liceo Ariosto non è solo uno spazio verde, ma un luogo di memoria che racconta secoli di storia. La sua origine risale al Cinquecento, quando l’archiatra di Alfonso I d’Este, Francesco da Castello, ispirato dai versi dell’Ariosto, creò un giardino ideale nell’area del quadrivio rossettiano, cuore dell’Addizione erculea. I documenti attestano che fino almeno al Settecento vi erano spazi ortivi e un giardino diviso in sedici grandi aiuole geometriche, che riflettevano l’idea rinascimentale di armonia: era presente anche uno spazio segreto con otto aiuole protette da siepi di bosso, dove crescevano rari tulipani olandesi. Dopo l’estinzione della famiglia Da Castello nel 1645, la proprietà passò ai Giraldi, ai Sacrati e ai Prosperi. Ahimé, Francesco non ne sarebbe stato contento dopo la fatica di abbellire continuamente quello spazio verde che aveva assistito anche alle nozze della bellissima Lucrezia Borgia con Alfonso I.
Nel Settecento, parte del giardino fu trasformata nel Granaio pubblico della Congregazione dell’Annona, affettuosamente chiamato Granarone, importantissimo per la cittadinanza. Generazioni intere di ferraresi avevano lavorato a questa struttura.
Successivamente, nel 1878 divenne un deposito militare, annesso nel 1934 alla caserma Gorizia. Poi, il giardino passò dalle armi alla cultura.
Dopo l’acquisto del Comune di Ferrara nel 1962, l’area fu destinata alla costruzione del Liceo Ariosto, i cui lavori iniziarono nel 1965 sotto la guida dell’architetto Carlo Melograni.

In origine, l’edificio doveva accogliere anche l’Istituto d’arte Dosso Dossi. Il primo progetto, tuttavia, che era sviluppato in altezza, era risultato non conforme all’origine storica del territorio, per cui si optò per ridurre l’utenza e puntare su una struttura su un unico piano costruito su modello della “fabbrica”, una fucina di cervelli. Ecco il Liceo attuale dunque, La struttura, inaugurata in un contesto di innovazione architettonica, si caratterizza per un’ampia orizzontalità immersa nel verde, quel verde che ancora oggi circonda la scuola, unendo razionalismo e funzionalità scolastica. Melograni doveva essere fiero della sua idea. Noi studenti lo siamo.
Il giardino risulta attualmente suddiviso in due aree principali dall’edificio scolastico.
Dall’ingresso in via Arianuova 19 si accede al Viale degli ulivi, simbolo della memoria di ventiquattro studenti e del preside espulsi dall’istituzione scolastica nel 1938 a causa delle Leggi Razziali perché ebrei. Gli ulivi, piantati il 25 gennaio 2005, rappresentano pace e fratellanza nella tradizione ebraica. Gli studenti che oggi percorrono il viale possono conoscere questa pagina della nostra Storia e ricordarla nel tempo.
L’ulivo (Olea europaea) è un albero sempreverde e latifoglie dalla crescita lenta ma estremamente longevo, capace di vivere millenni in condizioni favorevoli e di raggiungere altezze di 15-20 metri. Considerato una delle piante coltivate più antiche, ha un’importanza economica fondamentale per la produzione di olio d’oliva, olive da tavola e derivati.
Grazie alla sua straordinaria resistenza e alla capacità di adattarsi a condizioni climatiche difficili, l’ulivo è diventato un simbolo della cultura mediterranea.


Un altro simbolo importante del parco è il “Giardino dei melograni”, nel quale gli alberi sono stati piantati il 25 novembre 2006 a conclusione di un progetto scolastico sul popolo armeno. L’iniziativa ha coinvolto studenti e istituzioni locali, promuovendo la conoscenza storica attraverso attività culturali e commemorative. Nella cultura armena, il melograno simboleggia fertilità e vita, ma dopo il genocidio è divenuto emblema del dolore e della resilienza.
Il melograno è un piccolo albero cespuglioso, con una spiccata tendenza a formare boschetti fitti. È una specie caducifoglia e latifoglia, capace di raggiungere un’altezza di 5-6 metri e di superare i 100 anni di vita. I fiori presentano un colore rosso intenso e fioriscono nel mese di maggio. La melagrana, detta anche granata, è una bacca dalla struttura robusta chiamata balausta, che matura tra ottobre e novembre.
In corrispondenza dell’ingresso sito in via Arianuova 15, si estende l’altra porzione di giardino, che si affaccia sul Corso Ercole I d’Este e Corso Biagio Rossetti. Qui troviamo tigli europei e ailanti circondati dalla siepe ideata dal Melograni. Degni di nota sono i due imponenti pioppi neri che sovrastano il paesaggio circostante.
Il giardino del Liceo Ariosto è dunque un luogo dove passato e presente si intrecciano, invitando chi lo attraversa a riflettere su storia, memoria e identità collettiva. Un museo a cielo aperto tra botanica, storia e memoria.