Le Boscaglie di Caio Gracco
Via Centovera 17, San Giorgio Piacentino

Non capita tutti i giorni di esplorare uno spazio così ricco di storia e di fantasia, di passato e di futuro.
La struttura che oggi ospita la casa atelier di Valerio Saltarelli Savi si ipotizza possa risalire addirittura alla dominazione romana: ha un nucleo antico a pianta quadrata, che fa pensare possa essere stata concepita in origine come torre di avvistamento. A San Giorgio ce n’è una identica, delle stesse dimensioni. La teoria è formulata dagli attuali proprietari, che quando hanno restaurato lo stabile – una quindicina di anni fa – hanno trovato un’iscrizione curiosa, che non riescono a spiegare: fa riferimento alle “boscaglie di Caio Gracco”, tribuno romano, fautore di una importante riforma agraria. Cosa significa?


Chiunque possa avere delle risposte, o delle intuizioni, è invitato a farsi avanti. In tempi più recenti, si sa che l’area rientrava tra le pertinenze della tenuta Gioiello, dei nobili Anguissola, che qui producevano il vino. La scoperta di questa notizia è stata davvero fortuita: un vicino di casa ha visto la rappresentazione dell’abitazione su una vecchia etichetta della cantina, trovata in un mercatino dell’antiquariato, in Liguria. Alla fine dell’Ottocento la proprietà venne acquistata dal contabile Andrea Biondo, che realizzò diversi interventi, per esempio utilizzò per rinforzare il solaio, i binari di una vecchia littorina. L’ultimo ripristino, operato nel 2007, è stato importante ma allo stesso tempo minimo: la costruzione era ridotta a un rudere, si è consolidato molto, ma è stato trasformato poco.


Il giardino che accompagna la residenza è altrettanto ricco di aneddoti, suggestioni, stratificazioni e misteri. La vegetazione esuberante si intreccia alle sculture realizzate con materiali di recupero, tra i fichi d’India e gli oleandri spunta un San Sebastiano, il papiro accompagna la fontana dei pesci, gli specchi giocano tra le tuje e gli ulivi, riflettendo le palme, le rose e le fioriture degli iris.