Lavandeto della Lobia

Strada Lobia 175, Vicenza

Partiamo da questo: il Lavandeto della Lobia… è molto più di un semplice lavandeto! E’ una vera e propria oasi di biodiversità, che dista dal centro di Vicenza solo una breve pedalata.

Il progetto è recente, nasce nel 2019, ma si inserisce in un contesto già avviato e consolidato, ovvero all’interno dell’azienda agricola Orna, impegnata nell’allevamento e nella coltivazione sostenibile, attiva anche come fattoria didattica. Passeggiando tra le stalle e i campi si incontrano le caprette, galli e galline, oche, mucche e asini. Se si è fortunati ci si può imbattere anche nell’amato Pelucco, il morbido pony bianco assurto per acclamazione a mascotte ufficiale. Il lavandeto è uno spazio affascinante, per la bellezza geometrica dei cespugli violacei, per il profumo inebriante che si spande nell’aria. Si stende su 6mila metri quadri di terra, ospite sette varietà di lavanda e tante altre piante aromatiche e officinali, come l’elicriso, la calendula, la malva, la melissa, la camomilla, l’iperico, il rosmarino, la menta, la salvia, l’alloro e il timo. Ha diverse funzioni: è un luogo di lavoro, perché grazie alle piante si producono oli essenziali, prodotti naturali e fitoterapici, infusi e cosmetici; è un’aula didattica a cielo aperto, perché ospita tanti laboratori educativi pensati per avvicinare i bambini alla natura; è anche un centro di ricerca, che collabora già da tre anni con l’Università Ca Foscari per studiare e implementare la diffusione degli insetti impollinatori.

Il progetto si chiama Life PollinAction: attorno al campo sono state seminate essenze particolari, amate dalle api e in generale dagli impollinatori selvatici, che in soli tre anni hanno più che triplicato la loro presenza. Dal monitoraggio – che viene effettuato in primavera e in estate, ogni 15 giorni, da un ricercatore dell’ateneo – si sono ottenuti anche altri ottimi dati: gli insetti non sono solo cresciuti di numero ma anche di specie, si è passati da 22 a 33, e anche la biodiversità vegetale ha beneficiato dell’incremento. Nel terreno lasciato a pascolo, come foraggera, le erbe spontanee sono passate da 7 specie a 13.

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