La Zecca dei Gonzaga

Via Giovanni Chiassi 38, Mantova

Nell’anno che la città di Mantova dedica al genio di Giulio Romano – talentuoso allievo di Raffaello Sanzio, invitato a presiedere alle architetture e alle arti presso la corte dei Gonzaga – poter visitare il giardino di via Chiassi 38 rappresenta un’opportunità preziosa.

Questo perché il palazzo rinascimentale che si incontra superato l’androne d’ingresso, con la facciata rivolta verso la prima corte interna, quasi sicuramente porta la sua firma. La certezza non c’è, perché non esistono documenti che testimoniano inequivocabilmente l’intervento, ma i più autorevoli studiosi – primo fra tutti Frederick Hart – non hanno dubbi. Le consonanze sono evidenti, a partire dalla serliana sulle colonne quadrangolari, senza tralasciare il gusto per le stravaganze compositive che sempre ha contraddistinto i progetti del celebre autore di Palazzo Te.

Dell’edificio non si sa molto. Il primo documento in cui lo si trova citato risale al 1784 ma la struttura, già chiaramente visibile nella pianta disegnata dal Bertazzolo nel 1628, è molto più antica. Un recente restauro ha scoperto sotto l’intonaco di quello che in origine si apriva come il salone principale – in seguito diviso da un corridoio e frazionato in più stanze – un meraviglioso affresco riconducibile al duca Guglielmo, che si ripete anche sulla parete destra. Rappresenta uno stemma con quattro aquile e lo scudetto di Monferrato, con l’antica arma dei Gonzaga su tutto. La sua realizzazione si può collocare tra il 1573, ovvero l’anno in cui Monferrato divenne ducato, e il 1588, anno in cui Vincenzo, successore di Guglielmo, ottenne il privilegio di inserire lo scudetto d’Austria nel punto d’onore, modificando così lo stemma della dinastia.

E vale la pena ricordare come questo emblema non potesse essere usata dai rami cadetti ma solo dai discendenti diretti, per contraddistinguere i propri possedimenti oppure gli edifici con funzione amministrativa facenti capo all’autorità del principe. Un’ipotesi affascinante suggerisce come – per la collocazione e la dimensione dell’affresco – si possa individuare nel bel palazzo di via Chiassi la zecca dei Gonzaga, la cui precisa ubicazione è sempre rimasta misteriosa, sebbene genericamente localizzata nella contrada di San Maurizio.

Al giardino si accede attraversando il corridoio decorato con motivi naturalistici tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento: l’area verde si stende soleggiata e familiare, con un bel prato definito dal bosso, dove possono giocare i bambini, e un’inconsueta miscela di elementi provenienti da epoche diverse. Tra i gelsomini e le ortensie spiccano la vera da pozzo rinascimentale, oggi casa di una grande aloe, le merlature che punteggiano il muro di cinta, la grotta nell’angolo dal sapore vagamente romantico, ispirato alla moda inglese.

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