La Ricerca

Via Landi 85, Piacenza

Per chi lavora a La Ricerca il giardino interno è un comodo posto auto.

Risolve i problemi di parcheggio ai dipendenti e ai volontari che frequentano gli uffici, la sala riunioni e formazione, i magazzini di generi alimentari e altri prodotti destinati alle cinque comunità coordinate dalla stessa organizzazione. Ma il giardino interno è molto di più di un pratico spazio dove lasciare la macchina. Entrando dal grande portone in legno di via Landi, si può godere ad ogni stagione di colori e profumi meravigliosi. Il giardino si sviluppa in due grandi aree verdi a prato, a cui si accede attraversando un pergolato che in autunno offre abbondanti grappoli d’uva. Davanti si staglia il palazzo di proprietà della Fondazione Pinazzi Caracciolo. La proprietà, costruita alla fine dell’Ottocento dal Conte Caracciolo, venne assegnata a Monsignor Pirazzi, che vi istituì un ospedale per curare i bambini scrofolosi, ovvero affetti da una particolare forma di tubercolosi che coinvolge le ghiandole del collo e trasfigura il volto delle persone, che diventa appunto simile a quello dei suini. La malattia colpiva soprattutto i bambini poveri, perché si legava alla cattiva alimentazione. In seguito l’edificio accolse una scuola materna ed elementare, fino a quando negli anni Ottanta divenne la sede de La Ricerca, fondazione che aiuta giovani e adulti con problemi di dipendenza da sostanze.

La Ricerca si impegna anche in ambito educativo, con interventi rivolti ai bambini, agli adolescenti, agli insegnanti e ai genitori, a cui offre nelle scuole e nella propria sede percorsi di ascolto e consulenza psicologica individuale, familiare e di gruppo, con la metodologia dell’auto mutuo aiuto. Ulteriori servizi vengono prestati a partire dalle richieste della comunità sociale, rivolti a persone senza dimora che hanno bisogno di un punto di riferimento per dormire, per mangiare e lavarsi.Il giardino oggi è uno spazio accogliente, dove fermarsi per un colloquio, per una riunione estiva, per far giocare i bambini dei genitori accolti nelle comunità che lì hanno la possibilità di incontrare i figli in una situazione protetta. I più piccoli giocano, ignari che il papà o la mamma siano lontani per riabilitarsi da una dipendenza che ha travolto la loro vita. Come tutti i bambini guardano, corrono, esplorano, e il fatto di essere con i genitori li rasserena.

Dopo l’area pavimentata, da un piccolo passaggio che si apre tra due siepi di canne ed oleandri, tra cui si erge anche un bellissimo ulivo, si incontra una aiuola rotonda, che dalla primavera è un tripudio di colori. Intorno al melo cotogno i giacinti, i tulipani e i narcisi delicatamente si alternano con le loro fioriture. Ai lati dell’aiuola i prati con i due grandi abeti e più avanti due piccoli fichi, ricordo di Don Giorgio Bosini, il fondatore de La Ricerca. Fino a pochi anni fa lì cresceva un fico molto più grande e fu proprio Don Giorgio ad assaggiare nel 2020 il suo ultimo frutto. Ultimo per la pianta e per la persona, perché il vegetale dovette presto essere abbattuto in quanto ammalorato, e il sacerdote venne a mancare qualche mese dopo, a causa del Covid. Il piccolo esemplare che si incontra oggi è stato messo a dimora in sua memoria, ma accanto al nuovo arrivato di recente è germogliato, dalle radici del vecchio albero, un secondo piccolo virgulto. Don Giorgio amava i fiori e le piante, era attratto dalla bellezza dei luoghi dove, una dopo l’altra, aveva aperto dagli anni Ottanta in poi le comunità di riabilitazione: La Vela, sulle colline di Justiano di Vigolzone, la Don Venturini e la Emmaus nel casale della Pellegrina, Luna Stellata e Stella del Mattino, appena fuori città, dove si apre la campagna piacentina. Gli appartamenti invece sono in città, perché chi vi abita deve poter fruire dei servizi, deve vivere il più possibile dentro il contesto urbano, per poter fare la spesa, per prendere comodamente un cappuccino al bar, per andare dal medico quando serve. I due prati offrono uno spazio versatile, bello anche solo da vedere, perché come scriveva Andersen ne Il brutto anatroccolo: «il verde fa bene agli occhi». Dal 2022 d’estate vi si svolge la rassegna Parole in Giardino, durante la quale vengono presentati dai loro autori libri di narrativa e poesia. Così il giardino vive delle relazioni, dell’ascolto delle parole che aiutano a riflettere e a sorridere, che fanno incrociare storie, che rendono possibili nuovi incontri. Da fuori non lo si direbbe, ma varcando il portone di via Landi si può trovare un mondo che, passando davanti all’edificio giallo affacciato sullo stradone Farnese, non si può immaginare.

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