La Grillaia Baruffaldi

Via Rondinella 6, Quartesana, Ferrara

La caratteristica saliente di questa bella villa seicentesca è sicuramente quella di essere stata la residenza di campagna di un personaggio particolarmente caro agli storici ferraresi, il poeta e letterato Girolamo Baruffaldi.

Egli infatti, insieme a rime e satire, scrisse una storia della città e un censimento dei suoi artisti che restano caposaldo imprescindibile per chiunque voglia avventurarsi nel passato del capoluogo estense. Presbitero, egli consacrò la sua vita allo studio e alla scrittura, con passione e non senza una certa ironia. Fu infatti autore di una serie di clamorosi falsi filologici, che per secoli ingannarono eruditi ed intellettuali (anche Giacomo Leopardi cascò in una delle sue invenzioni). 

Alla villa di Quartesana il sacerdote era particolarmente affezionato, tanto da dedicarle un componimento. Il nome Grillaia deriva proprio dal suo testo, scelto per ricordare con affetto la frequente presenza degli insetti salterini.

Un ulteriore curiosa presenza però merita di essere ricordata, riferendosi alla storia di questo giardino. Qui infatti venne recuperato un importante reperto romano, ovvero il cippo funerario di Tito Truppico, un blocco di calcare grigio risalente all’epoca imperiale, con tanto di iscrizione. La vicenda è complessa: a Cesena è conservata una stele che, verosimilmente, insieme al cippo formava un unico sepolcro. Le iscrizioni – considerate insieme – fanno pensare che il monumento appartenesse a una famiglia di uomini liberi che abitava la zona del delta, che aveva probabilmente origini celtiche ma si era integrata nel contesto latinizzato. Il cippo venne scoperto nel 1500 in Val Trebba, insieme alla stele: la seconda col passare dei secoli continuò ad essere “monitorata” nei suoi spostamenti, fino alla sua attuale collocazione, al Museo Civico di Antichità di Cesena. Il primo invece, non si sa bene quando e come, scomparve dai radar! Fu ritrovato nel 1979 proprio nel parco della Grillaia e, a partire dal 2007, è entrato a far parte del Museo Civico di Belriguardo.

Iscriviti alla newsletter di Interno Verde
Iscriviti alla Newsletter di Interno Verde