Chi ha già esplorato i giardini vicentini compresi nella prima edizione di Interno Verde, o chi ha semplicemente avuto modo di sfogliare questo libretto prima del festival, si è sicuramente accorto di quanto siano numerosi, tra i vecchi palazzi della città, gli spazi che in passato hanno ospitato orfanotrofi, collegi per adolescenti bisognosi o per ragazze senza mezzi.

Le varie comunità religiose sono state decisamente attive sul fronte dell’assistenza. Ma mentre i figli delle famiglie più povere e disagiate venivano educati da frati e monache di buona volontà… dove andavano a scuola le ragazze della bella società? Le nipoti degli aristocratici e dei dirigenti, chi le istruiva?

Fu l’Imperatore d’Austria Francesco I a chiamare in città le Dame Inglesi, che si insediarono in contrà San Marco nel 1837. Nonostante il nome richiami alla mente immagini di vezzosi salottini dove sorseggiare il tè, tra pettegolezzi e recensioni teatrali, le Dame Inglesi sono una congregazione religiosa, cattolica, la prima nata appositamente per l’educazione delle fanciulle. Venne fondata nel 1609 da Mary Ward, ispirata ai principi tutt’altro che vezzosi e borghesi di Sant’Ignazio da Loyola.

Per Vicenza questa scuola rappresenta una vera e propria istituzione: non ha mai chiuso, non ha mai interrotto la propria missione. Ha attraversato i moti rivoluzionari, la secolarizzazione imposta dal governo italiano agli enti confessionali e le due guerre mondiali: resta solida, viva, propositiva e attiva. Durante il secondo conflitto ha anche offerto rifugio ad alcuni cittadini ebrei, forse ricordando le persecuzioni subite dalla fondatrice Mary Ward nell’Inghilterra anglicana, dove era vessata in quanto cattolica.

Oggi ovviamente i modelli educativi sono cambiati, come sono cambiati i criteri che determinano l’accesso alla struttura, non più riservata a un solo genere e a un solo ceto sociale. Ciò che è rimasto uguale è il fascino romantico della struttura.

L’ingresso è coperto da una loggia decorata in metallo sbalzato, che ricorda l’architettura d’Oltralpe: nell’Ottocento andava di moda inserire elementi che ricordassero i paesaggi di montagna. Sul muro che chiude il corridoio, si leggono tracce di antiche colonne, dipinte in colore diverso, sormontate da vecchi stucchi decorati con foglie e fiori stilizzati.

Il giardino è percorso da sentieri sinuosi. Vi crescono alberi importanti come il tasso, la metasequoia e la magnolia, con le splendide radici ritorte. La sophora domina tutti dal piano rialzato coperto di edera, accompagnata dal bagolaro e dalla palme. Le bordure sono punteggiate di rose e ortensie, qua e là si sparpagliano gli arbusti, le deutzie, il lauro e l’ibisco. Vicino alla statua centrale sono state piantate altre rose e gli agapanto.

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