Il Gianetto
Via Canalbianco 152, Ferrara (Diamantina)

Il Gianetto è una vera e propria perla tra le corti agricole del ferrarese.
Solitario in mezzo ai campi, è facile avvistarlo anche a distanza, magari pedalando lungo la ciclabile della Burana: è inconfondibile, così isolato e magniloquente, con il grande arco centrale che ricorda le spropositate dimensioni dei palazzi farnesiani.
La struttura, come indicato dalla targa, risale al 1880. La stessa targa riporta le iniziali del suo originale proprietario: GCC, ovvero Giovanni Conte Cedrini. All’epoca l’ente per la bonifica aveva offerto ai proprietari terrieri – emiliani, ma non solo – l’usufrutto gratuito, per cento anni, degli appezzamenti recuperati, asciugati dalla palude. L’obiettivo era incentivare l’economia locale, fare in modo che il terreno finalmente asciutto si arricchisse di ordinati filari coltivati, produttivi. La manodopera costava pochissimo e la proposta era decisamente allettante. Quest’area venne concessa a un nobile toscano, il Conte Cedrini appunto, che vi insediò tre corti: la Zanetta, ora diventata il Gianetto, la Furlaia e la Franceschini. Sono state costruite tutte in fila, una dopo l’altra, e tutte rispettano la stessa articolazione architettonica, importata dalla tradizione toscana, molto diversa da quella classica ferrarese. L’edificio si dipana così: appartamento padronale, stalla, fienile a T collocato sopra il porticato centrale, aperto da entrambi i lati, ulteriore stalla, appartamento dei braccianti stagionali. Sul tetto si possono notare i rompifuoco, ovvero delle strutture rialzate che separano la copertura del fienile da quella delle abitazioni, per evitare il propagarsi degli incendi. Questo accorgimento venne utile nel 1984, quando bruciò il fienile della Franceschini, ma si salvò la casa: il tetto venne poi ricostruito più basso.


Il Gianetto venne acquistato dalla famiglia degli attuali proprietari negli anni Cinquanta: per lungo tempo funzionò come fulcro dell’azienda agricola del nonno, che gestiva circa 40 ettari, e come luogo di svago per figli e nipoti, che festeggiavano qui i compleanni. Da circa sette anni, a seguito di un importante restauro, la corte ha trovato una nuova destinazione: accoglienza turistica e organizzazione di eventi privati.
Da non perdere, per gli amanti del genere, gli appuntamenti horror che sfruttano con grande originalità l’adiacente campo di mais. Al suo interno durante l’estate, quando le piante sono alte e fitte, viene disegnato un labirinto, dove si organizzano terrificanti, divertentissime cacce al tesoro notturne, ispirate ai classici film di zombie e mostruosità soprannaturali.
Marco, che gestisce l’attività, si occupa dei soggiorni e delle varie iniziative, si prende cura sia della struttura che della campagna, dove ha voluto diversificare le coltivazioni, distinguerle in piccoli appezzamenti. Oltre al mais quindi si possono incontrare piante di arachidi e di quinoa, pomodori, barbabietole, grano duro e grano tenero, trifoglio da seme.