Giardino Salvi
Corso Santi Felice e Fortunato 3, Vicenza

Spesso i parchi pubblici all’interno della città nascono come luoghi esclusivi e riservatissimi: vengono realizzati per accompagnare prestigiose residenze nobiliari e in tempi tutto sommato recenti, tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, passano all’amministrazione comunale.
Ecco, la storia di Giardino Salvi rappresenta da questo punto di vista un unicum, perché il proposito di rendere condivisa l’area verde fu precocissimo: l’apertura al pubblico venne inaugurata nel 1592. Venne creato dal nobile Giacomo Valmarana pochi decenni prima: in pieno spirito rinascimentale, egli desiderava disporre di un “luogo di delizia” vicino alla propria abitazione. Per il progetto non si badò a spese: il prato doveva essere ricco di piante, l’allestimento raffinato ed elegante, con voliere, conigliere, logge di ispirazione palladiana e giochi d’acqua. Gli eredi di Giacomo, Luigi e Massimiliano, proseguirono l’opera di abbellimento e commissionano al celebre architetto Baldassare Longhena un’ulteriore loggetta, destinata ad accogliere conversazioni accademiche e ritrovi intellettuali.
La proprietà venne comprata nel 1813 dalla famiglia Salvi, che modificò l’impianto formale conformandosi alla moda romantica, paesaggistica e sinuosa, arricchì la varietà di piante e fiori e costruì una nuova serra calda.


Il Comune entrò in possesso dell’area alla fine dell’Ottocento: si impegnò in varie operazioni di ripristino e soprattutto rese visibile il parco dall’esterno, demolendo il muro che costeggiava la strada. Questo luogo nel corso del Novecento divenne centrale per la comunità vicentina: venne utilizzato come spazio espositivo per mostre d’arte e d’artigianato, ospitò anche i padiglioni realizzati per la fiera campionaria, disegnati da Sergio Ortolani, che negli anni Settanta vennero trasferiti in zona industriale.


Oggi sono due i progetti in corso per salvaguardare la bellezza del giardino: il Fai è impegnato per far riconoscere la Loggetta del Longhena come “luogo del cuore”, nell’ottica di poter finanziare il restauro, l’associazione Amici dei Parchi si sta impegnando invece per recuperare il roseto storico.
Fotografie del fotoclub Il Punto Focale