Una torta millefoglie di antichità. Il chiostro di San Lorenzo porta con indubbio magnetismo i propri anni.

La chiesa gotica che lo custodisce è tra le più belle e iconiche della città: venne costruita sul finire del Duecento per i francescani, che vollero un ampio sagrato davanti alla facciata, per accogliere adeguatamente le masse che solevano accalcarsi di fronte al tempio ad ascoltare le predicazioni. Il chiostro fu realizzato poco dopo, nel Trecento, ma il suo elegante aspetto lo si deve ad una ristrutturazione successiva, realizzata in stile rinascimentale sul finire del Quattrocento.

A passeggiare sotto il loggiato che circonda il prato centrale si ha l’impressione di andare a spasso nel tempo. Si incontrano le bifore duecentesche, con le graziose colonnine in marmo bianco, inserite negli archi a sesto acuto. E poi le lapidi, le statue, le tombe e le urne funerarie: ciascuna testimonia un’epoca diversa. Una collezione di reperti di tutto riguardo, prelevata da varie chiese vicentine e portata qui nell’Ottocento, quando si decise di trasformare San Lorenzo nel principale fulcro religioso cittadino.

Durante l’occupazione napoleonica il chiostro era stato saccheggiato: i militari francesi avevano utilizzato il complesso sia come ospedale militare che come quartiere per le truppe. Con l’acquisto dell’immobile da parte del Comune, avvenuto nel 1836, e il successivo restauro, si pensò di attribuire nuova dignità al tempio e arricchirlo di tutto ciò che poteva essere asportato e ricollocato. L’operazione non fu semplice, soprattutto perché più volte la porta dovette chiudersi ai fedeli a causa di contingenze belliche: sia durante i conflitti risorgimentali che durante la Prima Guerra Mondiale, i suoi spazi vennero sfruttati come magazzini. A partire dal 1927, tuttavia, si riuscì a ripristinare definitivamente il culto, affidato come un tempo ai francescani.

Oggi il chiostro ha molteplici utilizzi: per la maggior parte del tempo è silenzioso e quasi deserto, il posto ideale per pregare o raccogliersi prima o dopo la messa. Talvolta tuttavia, nella bella stagione, diventa teatro di concerti e rappresentazioni.
Al centro del prato fa bella mostra la vera da pozzo gotica, decorata con lo stemma della famiglia Loschi. Attorno crescono fiori, piante e arbusti, custoditi e curati dall’associazione Compagnia del Verde.

Iscriviti alla newsletter di Interno Verde
Iscriviti alla Newsletter di Interno Verde