Casa Nuvolari
Viale Rimembranze 1, Mantova

Un villino giallo. Semplice, no? Ci si potrebbe camminare davanti cento e altre cento volte senza notare nulla.
Eppure basterebbe evadere dalle proprie distrazioni per un secondo, gettare un’occhiata appena più attenta per capire che non si tratta solo e semplicemente di un villino giallo. Ha forme sinuose, quasi aerodinamiche. E quei finestroni vuoti sopra il muro di cinta? Sicuramente qui l’architetto ha speso tempo e fantasia, altrettanto sicuramente chi ha voluto questa abitazione non era persona da accontentarsi, da desiderare ciò che tutti desiderano.



Il carattere di Casa Nuvolari appare così, senza strepito eppure unico e inequivocabile nel momento in cui lo si riconosce. Parla senza alzare la voce, con chiarezza. Negli anni Trenta il mitico pilota Tazio Nuvolari, originario di Castel d’Ario, commissionò questo edificio all’ingegnere Sante Pecchini, con una richiesta: che esprimesse ed evocasse la vittoria del Gran Premio di Germania. Così si spiega la tinta paglierina, intonata alla maglia utilizzata per le corse, e la strana recinzione, che ricorda i box del circuito di Nürburgring. Il Mantovano Volante, che abitò qui insieme alla propria famiglia fino alla morte, indicava amorevolmente questo luogo come «al me casoto».


Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1953, la vedova chiamò a vivere con sé le Figlie di San Paolo. Alle suore, che avviarono accanto all’abitazione la libreria delle Paoline, venne poi trasmessa in eredità l’intera proprietà. Nel 2021 l’immobile passò alla Diocesi, che recentemente lo ha affidato alla casa editrice Il Rio, che con Cittadella Editrice e la Pastorale della Cultura si impegna per la sua valorizzazione, organizzando iniziative e visite guidate agli ambienti del piano terra, arredati in stile art decò. Passeggiando nel giardino razionalista si incontrano i bassorilievi di Giorgio e Alberto, i due figli del pilota, scomparsi prematuramente nel 1937 e nel 1946.
Vicino a loro c’è la statua di una bambina, che chiude tra le mani un piccolo pesce. L’opera viene dalla riviera toscana. Fu realizzata da Nerone Ceccarelli, artista vicino al gruppo Novecento, per desiderio della moglie di Tazio, che avrebbe sempre voluto avere una figlia. Le rose che crescono accanto al manufatto sono uno dei pochi ricordi vegetali che si possono attribuire a Nuvolari. Gli altri alberi e arbusti presenti sono stati piantati successivamente, soprattutto negli anni Ottanta.Da notare, in fondo a sinistra, un poco comune papiro.