Casa Mai da Soli

Viale Alfonso d’Este 7, Ferrara

Ferrara è senza dubbio piccola. Eppure più spesso di quanto si possa immaginare si rivela grandissima, sterminata. Non si finisce mai di scoprirci dentro qualcosa di nuovo, di inimmaginato. Quando si crede di aver visto e conosciuto ogni suo angolo, ogni vicolo, parco, cortile, anfratto… ecco che si apre una porta e si resta a bocca aperta. E questo da dove salta fuori?

Ci si sente esterrefatti a varcare la soglia di Casa Mai da soli. Un portoncino quasi anonimo, che anche a passarci davanti cento volte proprio non ci si fa caso. Dall’altra parte si apre un giardinetto e soprattutto un orto, il più alto e panoramico della città, zappettato dodici metri sopra il livello del mare, sul bastione più imponente delle vecchie mura.

L’associazione Mai da Soli cura questo spazio dal 2017. Lo ha trasformato in un porto sicuro per chi sta vivendo un momento complicato, economicamente ma non solo. «Siamo nati nel 2013 per sostenere le persone alle prese con una separazione o un divorzio difficile, che affianchiamo grazie al supporto di avvocati, psicologi e psicoterapeuti», spiega il presidente, Stefano Ferrari. «Il problema più diffuso e più grave che abbiamo riscontrato, da incontri e colloqui, come si può facilmente immaginare è quello abitativo. Non sempre chi esce dalla casa coniugale ha i mezzi per essere indipendente. Per questo abbiamo creato questo spazio: può ospitare fino a sei persone, che vivono qui in autonomia con un piccolo contributo, per un periodo massimo di un anno».

Il giardino è utilizzato per chiacchierare e passare del tempo all’aperto, come testimoniano i tavoli e le panche realizzati in pallet, distribuiti qua e là, all’ombra dei giganteschi platani, accanto agli oleandri e alle rose. Una scaletta conduce al vecchio terrapieno, ora sfruttato come orto, ingentilito dai fiori del girasole, punteggiato di insalate, pomodori, rapanelli e peperoncini. Ad allontanare gli uccelli interessati al raccolto ci pensa Jim, un truce spaventapasseri che sembra uscito da Pirati dei Caraibi. Non distante dalla sua inquietante figura ci sono anche due pesanti palle di cannone: non sono state lanciate da una nave corsara, ma recuperate da sotto terra, facevano parte dell’arsenale estense, che utilizzava la postazione militare per dominare i territori circostanti.
C’è anche una piccola vigna e un frutteto, con piante di kaki, di fichi e di giuggiole, e una vasca per raccogliere l’acqua piovana.
«Tra gli alberelli più piccoli abbiamo due frassini a cui teniamo molto, sono dedicati a due persone che non ci sono più ma di cui conserviamo nel cuore il ricordo: Iorio Tralli e Gabriele Fornasari».

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