Casa Ferrarini

Via Tito Speri 30, Mantova

Il giardino di via Tito Speri 30 ha piccole dimensioni ma un grande fascino, perché mescola la storia alla quotidianità, le colonne in pietra al canestro appeso per i figli o per i nipoti. 

É semplice eppure elegante, conviviale e suggestivo, incarna tante anime con spontanea facilità. Sicuramente vive parzialmente di rendita, perché i grandi alberi che crescono oltre il muro di cinta – l’ippocastano ma non solo – ampliano la prospettiva verde creando una suggestiva quinta naturale. Ma nel trasmettere al primo sguardo una bella sensazione di equilibrio, tra il tempo presente e il tempo passato, ci mette del suo: il cancello in ferrobattuto, la loggetta sulla destra per cenare all’aperto, sovrastata dalla terrazza, i grandi tigli sulla sinistra, le ringhiere con le piante in vaso, la splendida vera da pozzo in pietra e ferro battuto. 

La decora un bassorilievo misterioso, uno stemma contenente un leone rampante che mostra sulla zampa il profilo di un palazzo turrito, e un’iscrizione latina datata 1527. Vicino alla cavità – oggi interrata – prende il sole, come se fosse capitato lì per caso oppure appoggiato in un momento di distrazione, il fossile di una poderosa ammonite. Le due panchine vicine al vialetto, strette una di fronte all’altra, chissà quante storie e storielle pronunciate a mezza voce potrebbero raccontare. 

Accanto a loro l’immancabile aiuola delle aromatiche, con l’origano e il rosmarino, la salvia e la menta. Una parete di gelsomino e bambù, l’alloro e la bignonia che si arrampica fino alle finestre del primo piano. Verso il fondo un cerchio magico di ortensie con al centro la rosa, accanto al nespolo giapponese, all’acero e all’edera che si arrampica curiosa di esplorare il parco dei vicini.

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