Casa dell’Ortolano
Via Bologna 1/G, Ferrara

La Casa dell’Ortolano, da molti abitanti chiamata anche “casa dei polli”, per decenni ha rappresentato un vero e proprio varco spazio – temporale all’interno del tessuto cittadino.
Situata subito al di sotto alle Mura Estensi, nel grande parco ripulito e rifunzionalizzato negli anni Novanta, restituiva ai passanti l’immagine di una vecchia Ferrara, dove a due passi dai monumenti rinascimentali e dai fastosi palazzi nobiliari si potevano incontrare fattorie e lavorazioni agricole. Nata come corte colonica, già chiaramente visibile nelle mappe ottocentesche, seppure col passare degli anni avesse perso i propri terreni, non aveva perso il proprio carattere, ruvido e ruspante, come i galli e le galline che scorrazzavano tutto attorno. Ai visitatori stranieri alloggiati nei vicini b&b poteva sembrare strano essere svegliati, in pieno centro, da un potente chicchirichì. I residenti hanno sempre saputo benissimo da dove proveniva: era l’ultima traccia della vasta campagna che una volta si apriva appena superata Porta Paola.


Oggi la Casa dell’Ortolano conserva il proprio nome ma si presenta decisamente cambiata: l’immobile è stato acquisito nel 2020 dal Comune e ristrutturato, con un intervento da 3 milioni di euro. I lavori sono appena stati completati, la presentazione ufficiale si è tenuta lo scorso marzo, ma l’edificio non ha ancora assunto una nuova funzione. La sua gestione verrà assegnata tramite una procedura tuttora in corso, tuttavia la destinazione è definita, la traiettoria è scritta. Esso si proporrà come polo turistico e ricettivo, incentrato sul cicloturismo e sulla sostenibilità ambientale, che abbinerà all’accoglienza dei servizi per la comunità. All’interno del complesso rustico – che prima comprendeva l’abitazione, l’aia, le stalle e il fienile – troveranno spazio un bistrot, un deposito e noleggio bici, una foresteria, ovvero quattro piccoli appartamenti, una sala polivalente per eventi e iniziative. All’esterno: una pergola, uno spazio picnic, un piacevole giardino e orti didattici. Il progetto di restauro ha voluto adottare un approccio gentile: si è salvato e consolidato il salvabile, demolito ciò che davvero non poteva più restare in piedi, e ricostruito il necessario utilizzando materiali naturali, coerenti alla storicità del luogo, come vespai in argilla espansa, isolanti in fibra di canapa, intonaci in argilla e solai in legno massello.