Casa del Sole
Corso Vittorio Emanuele 52, Mantova
Palazzo Valentini fu in origine la residenza del ramo mantovano degli Strozzi, nobili fiorentini presenti in città già dalla fine del Duecento.
Il complesso venne comprato nel 1896 da Pietro Valentini, ingegnere impegnato nella costruzione del primo collegamento tramviario con Ostiglia. Lui e la moglie Adeodata abitavano nell’edificio affacciato su via Tito Speri, dentro a Palazzo Strozzi aprirono una banca. La coppia cedette la maggior parte della proprietà al nipote Luigi e alla nipote Dora Mantovani, a cui venne riservata l’abitazione dei coniugi. La storia di questa donna merita un approfondimento. Orfana dei genitori e vedova durante la Seconda Guerra Mondiale fu crocerossina in vari ospedali militari.
Nel 1943 tornò a Mantova, nel reparto prigionieri dell’ospedale civile, requisito dai tedeschi, a dirigere le infermiere. La città in quegli anni ebbe un triste primato, come campo di concentramento: vi affluirono oltre 40mila uomini, poi deportati in Germania. Alle crocerossine, accusate di scarso patriottismo, fu imposto l’obbligo di giuramento alla Repubblica di Salò: rifiutare significava abbandonare i malati, così giurarono e continuarono a occuparsi degli italiani, dei tedeschi e infine anche degli alleati. Dopo la guerra Dora si sposò con il colonnello degli alpini Mario Capello e continuò a spendersi per gli altri. Coordinò l’assistenza per le mondine, ovvero le circa 10mila donne che a giugno partivano per lavorare nel vercellese, in condizioni di grave disagio. Nel 1951 soccorse gli alluvionati travolti dalla piena del Po. Si ritirò a vita privata nel 1968, all’età di settant’anni.
Nel frattempo però aveva conosciuto Vittorina Gementi, fondatrice della Casa del Sole. Alla sua attività a favore dei bambini disabili cedette la bellissima Villa Dora, sul lago di Garda, e in seguito lasciò anche la propria residenza in città, affinché potesse insediarsi un centro per i cerebropatici gravi. Già nel 1980 al primo piano fu aperto il gruppo famiglia per le ragazze disabili. Dopo la morte di Dora, avvenuta nel febbraio del 1983, l’intera struttura venne adibita a centro diurno. Oggi la Casa del Sole, gestita in convenzione con l’Azienda sanitaria locale, accoglie 30 persone: qui si svolgono attività educative per lo sviluppo dell’autonomia personale e per la socializzazione, e i programmi riabilitativi previsti dal piano socio-assistenziale. Gli ambienti interni sono utilizzati per le terapie e i laboratorio. Il giardino serve alla stimolazione sensoriale: in questo spazio colorato e allegro si può stare a piedi nudi, distendersi sull’erba, toccare le cortecce. In primavera si pranza all’aperto e, con la frutta, si preparano le marmellate. Il disegno simmetrico delle aiuole è rimasto lo stesso che aveva disegnato Dora, così come la Madonnina nella nicchia. Si muovono qua e là nel vento, appesi alle piante, curiosi pendagli costruiti con vecchie posate, chiavi dipinte, pigne e cristalli. Vicino alla casetta degli attrezzi, c’è un orto particolare: si coltiva all’interno di una scatola rialzata, per permettere alle persone in sedia a rotelle di lavorarci con facilità. Per la bella stagione sono stati anche creati dei piccoli orti trasportabili, ovvero dei terrapieni montati su tavoli mobili.