Casa del Mantegna
Via Acerbi 47, Mantova

Bastano sette anni a imprimere un’impronta indelebile nella toponomastica cittadina? Certo, se ti chiami Andrea Mantegna.
L’elegante palazzo rinascimentale che conserva in nome del celebre artista in realtà è stato la sua dimora per un periodo di tempo relativamente breve, dal 1496 al 1502. Il pittore, in perenne movimento e spesso con qualche debito da saldare, cambiò diverse dimore negli anni in cui risiedette a Mantova. Eppure la potenza evocativa del suo nome era ed è tale da lasciare tracce resistenti al tempo, disseminate qua e là, anche in via Acerbi. Dell’edificio non si sa molto, pare essere stato costruito da Giovanni da Padova. Di certo c’è solo la data del cantiere, scolpita nell’epigrafe posta sopra un rinforzo angolare di marmo: 1476.
Anche i passaggi successivi alla residenza di Mantegna sono poco chiari: probabilmente venne venduto dall’artista, bisognoso di denaro, al marchese Francesco, perchè da quel momento in poi l’immobile restò alla dinastia Gonzaga, fino alla vendita al ramo minore di Vescovato, avvenuta nel 1607. Seguirono vendite e acquisizioni, ristrutturazioni e rimaneggiamenti. All’inizio del Novecento il palazzo era finito chissà come inglobato all’interno di una scuola, l’Istituto Tecnico Pitentino.


Solo negli anni Quaranta venne scorporato dal fabbricato scolastico e, per quanto possibile, riportato alle forme originali grazie all’impegno della Provincia. Il lavoro fu enorme, così come la trasformazione: vennero ripristinati i due piani, il tracciato geometrico della pianta e si realizzò anche il giardino. Oggi la Casa del Mantegna è sede di esposizioni artistiche e attività culturali, come la Biennale Light Art, che coinvolge sia gli spazi interni che quelli esterni allestendo suggestive e immaginifiche installazioni luminose.
Nel settembre 2023 in giardino si può ammirare Il castello incantato, di I Bavier, che rovescia il valore e il significato dell’architettura difensiva. Il suo castello non è solido, pesante e imponente, non vuole incutere timore e allontanare i potenziali assalitori. Al contrario si apre allo sguardo, è leggero e aereo, delicato, fatto per accendersi e incantare.