Casa degli angeli

Corso Ercole I d’Este 47, Ferrara

Il vasto e curato parco che circonda Villa Zappaterra è noto soprattutto perché ha ospitato, per sei secoli, le tombe di dieci membri della famiglia estense, che tuttora si possono vedere nel sottobosco, non lontano dall’abitazione.

Quest’area originariamente era occupata dalla chiesa e dal convento di Santa Maria degli Angeli, detta Santa Maria di Belfiore, voluta da Niccolò II nel 1403. L’imponente edificio venne trasformato in caserma per le truppe francesi durante l’occupazione del 1797 e, danneggiato da diversi incendi, fu demolito nel 1813. Le fondamenta della chiesa e del campanile vennero portate alla luce un secolo dopo, nel 1916, dall’architetto Adamo Boeri, che trovò tra i ruderi i resti umani dei nobili estensi e allestì per loro un piccolo sacrario con un’iscrizione. Secondo Boari la tomba maggiore custodiva le spoglie di Nicolò III e i suoi figli, Leonello, Ercole I e Sigismondo. La tomba minore Rizzarda da Saluzzo e altri parenti.

Donato Zaccarini, nel libro “Passeggiate artistiche attraverso Ferrara”, descriveva così la zona, pochi anni dopo la scoperta: «procedendo verso il centro dell’orto, riuscirete a intravvedere già di lontano uno spazio circolare circuito da pioppi e avanzi marmorei. Giunti alla metà vedrete due grandi lapidi in marmo carrarese (con le iscrizioni dettate dallo stesso architetto Boari) sopra il loculo delle spoglie estensi». Oggi i resti sono custoditi in un’unica sepoltura presso il monastero del Corpus Domini, dove vennero trasferiti nel 1955, e il circuito di pioppi non esiste più. L’impianto del parco è stato completamente rinnovato e delle lapidi resta poco. Qualche traccia dell’altare maggiore è rimasta, ma in generale gli elementi originali sono andati persi, soprattutto a causa dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Protagonisti della superficie verde sono i grandi alberi centenari, farnie, bagolari e robinie. Da non perdere il rarissimo faggio laciniato, probabilmente l’unico di tutta la città.

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