Piazza Campiani 3, Mantova
In questa variopinta oasi vegetale si è scelto di far dialogare l’artificio con la natura, come è ovvio che sia in qualsiasi insediamento umano, optando per l’intervento meno invasivo, a discapito magari della comodità.
Diversamente dagli altri giardini di Belfiore e Borgo Angeli, dove sono stati allestiti piccoli attracchi per le barche o sistemate arginature o passerelle, a delimitare chiaramente dove finisce la proprietà e dove comincia il lago, qui interviene il silenzio. Il confine ci sarà anche da qualche parte ma non si vede, non è importante, terra e acqua si mescolano.
La sponda è stata lasciata intatta e il prato degrada romanticamente in un confuso groviglio di arbusti e canne palustri. Il panorama è – inutile specificarlo – assolutamente eccezionale, la sensazione di trovarsi fuori dal tempo o meglio, indietro nel tempo, è forte e densa.
Comincia già a farsi sentire in piazza Campiani, luogo immoto che ricorda vecchi film in bianco e nero, le commedie romantiche dell’Italia anni Sessanta, e si presenta in tutta la sua commovente nostalgia dopo aver varcato il cancelletto.
Alberi e arbusti si divertono a scompaginare piani e profili, si arricciano e sovrappongono. Un piccolo orto in vasca produce basilico e peperoncini. Tutto attorno la vite, il bambù, le rose, l’edera, l’iriodendro, l’oleandro, il ciliegio e l’immancabile salice.