Terraviva

Via delle Erbe 29, Ferrara

La prima volta che si visita Terraviva a stento si riesce a credere che sia reale:

è un vero e proprio angolo di campagna custodito all’interno della città, dove si incontrano campi coltivati, orti condivisi, arnie per la produzione del miele, frutteti e arboreti, sentieri segreti, caprette e galline che razzolano indisturbate e tanti giochi per bambini sparpagliati in mezzo alla natura, con sculture colorate ricavate da vecchi tronchi, ponti tibetani sospesi tra le chiome e casette sopraelevate che sbucano tra i rami.

In Italia non esistono altri luoghi così ampi dedicati all’agricoltura all’interno di un centro storico. Già il disegno rinascimentale di Biagio Rossetti prevedeva, nel 1457, l’inserimento di un vasto appezzamento all’interno delle mura: uno spazio che dal Castello Estense avrebbe dovuto raggiungere la cinta muraria.

L’area fu accudita, dal Cinquecento fino all’avvento delle truppe napoleoniche, dai monaci certosini che vivevano nel vicino convento, convertito nel secondo dopoguerra in abitazioni private. La loro dedizione ha permesso che si conservassero attraverso i secoli ben quattro ettari di terreno, che il Comune decise di acquistare nel 1987. I vecchi orti dei religiosi, ricchi di verdure ed erbe officinali, erano già stati smantellati: al momento della compravendita si stendevano uniformi solo il mais e il grano. Oggi invece sono più di 400 le specie autoctone disseminate nel parco.

La manutenzione e la gestione dell’area da lunghi anni sono affidate all’associazione Nuova Terraviva, impegnata nella coltivazione biologica, biodinamica e sinergica, nell’allevamento naturale delle api, nell’organizzazione di attività e campi estivi per bambini, basate sulla pedagogia Waldorf. Tra i progetti speciali avviati, oltre al curioso cammino meditativo chiamato Cosmogramma, vale la pena notare il rigoglioso Giardino degli Estensi, ovvero il brolo dedicato alla preservazione dei frutti antichi. Qui si possono ammirare esemplari di melagrana grossa di Faenza, che produce i grandi melograni che si trovano in tanti dipinti rinascimentali, di melo bolognola, patriarca dell’Emilia-Romagna, di melo pioc, il più grande e forse il più vecchio del Piemonte, e di vite salamena da l’amor, detta anche uva centenaria.

Iscriviti alla newsletter di Interno Verde
Iscriviti alla Newsletter di Interno Verde