Facciamo un ripassino di greco? Chi ricorda il significato di kalokagathia?
Viene dalla filosofia e si presta ovviamente a molteplici interpretazioni e approfondimenti. Senza voler in questa sede scendere troppo in profondità, basta ricordare pressappoco il senso: il bello e il buono assieme, indissolubili, complementari, necessari l’uno all’altro.
L’orto curato da Chiara in strada Carpaneda è così: bellissimo perché buonissimo, e buonissimo perché bellissimo.
La sua azienda agricola è giovane ma ha radici salde. L’amore per la natura è un “vizio di famiglia”, si trasmette di generazione in generazione: Chiara ricorda con affetto l’orto dei nonni e il giardino della madre, spazi differenti per caratteristiche e funzionalità, simili tuttavia perché profondamente rispettati. L’attenzione che dedica all’ambiente e alla biodiversità sono il frutto di queste esperienze, dell’aver compreso fin da piccola la gioia che risiede nella cura.
Camminare ai 100 Orti è allo stesso tempo sorprendente e rassicurante: si palesa tra i ciuffi delle cipolle e i riccioli rampicanti dei piselli, l’ideale classico: ciò che lo sguardo abbraccia è buono quindi è bello, ed è bello perché è buono. Si coltivano i finocchi e gli spinaci, la verza e le carote, ma anche infiniti fiori, che certo sono utili per intercettare parassiti e insetti, ma non è solo per questo che viene dedicato loro tanto spazio. Fanno bene agli occhi e al cuore, e chi lavora qui può tornarsene a casa a fine giornata con un mazzetto, più felice.
La produzione mescola tutela della tradizione e innovazione. Ci sono i prodotti tipici del territorio, come il broccolo fiolaro di Creazzo, il radicchio di Verona, la verza rossa veronese, il cavolo navone, la pastinaca, ma ci sono anche colori e sapori che provengono da lontano: il daikon, il cavolo giapponese e cinese, le melanzane thailandesi e africani, i peperoni dell’Est Europa. Le varietà sono più di mille, solo di pomodori ce ne sono oltre trecento.
Accanto alle sezioni dedicate ai fiori e agli ortaggi c’è un frutteto, sulla sinistra, e sulla destra un romantico pergolato di vite con l’immancabile pollaio. Un posto speciale è dedicato alle zucche, perché Chiara ha origini ferraresi: ci sono le violine, perfette per i cappellacci, ma anche le mantovane, chiamate anche cappello di prete, usate per il ripieno dei tortelli dolci. Dentro la bottega si sprigiona il profumo delle aromatiche lasciate essiccare e lo scintillio dei vasetti di marmellata stuzzica i golosi.