ControNatura
La performance del pittore Giacomo Cossio nasce dalla fascinazione per la natura costretta in uno spazio ridotto, utilizzata dall’uomo per esigenze sociali come decoro riempitivo, surrogato o feticcio. ControNatura – realizzata nel settembre 2017, per il festival Interno Verde, negli spazi del teatro Ferrara Off – ha compreso una sorprendente verniciatura, che ha trasformato un comune gruppo di piante in una selva monocroma e surreale.
Sono affascinato e attratto da una pianta che cresce e prospera in un vaso. In uno spazio ridotto. Un’aiuola, un piccolo giardino, un marciapiede, sono spesso i luoghi in cui germoglia quello che comunemente chiamiamo “verde”. Il verde, sia chiaro, in un contesto urbano è una sintesi di tutto quello che, nel sentire dei cittadini, è natura, dai prati agli alberi ai fiori al cinguettio dei passeri.
Mi interessa la natura quando è costretta, dall’uomo e dalle sue esigenze sociali, a essere decoro o riempitivo o addirittura surrogato o feticcio.
Da queste premesse e da quest’attrazione, nasce l’idea, della performance-istallazione CONTRONATURA.
La realizzazione del lavoro sarà eseguita dal sottoscritto davanti a un pubblico.
L’azione inizia con la saturazione di uno spazio, possibilmente circoscritto; potrebbe essere una porzione di prato o una stanza, con piante in vaso, di varie dimensioni; la quantità dovrebbe essere consistente, di modo che, davanti allo spettatore, si venga a creare una sorta di “folla vegetale”, la quale, attraverso l’utilizzo di trespoli o sedie si disponesu più livelli.
Terminata la fase della creazione di un paesaggio, davanti al pubblico, si compie l’atto di verniciatura delle piante.
Un colore. Io amo il verde acido, tendente al giallo, ma si potrebbe usare un qualsiasi colore, deciso e dalla tinta coprente, anche il nero.
Il colore usato è uno smalto sintetico lucido.
La verniciatura, avviene attraverso l’utilizzo di un compressore e di una lancia, il compressore “spara lo smalto” a forte pressione, otto atmosfere, verso le piante, ricoprendole in maniera totale di colore pesante e vischioso.
Il risultato è la trasformazione, di un banale gruppo di piante, in una selva vegetale e monocroma, di dirompente suggestione visiva.
Se, l’azione avviene al chiuso, occorre dotare gli spettatori di mascherina bianca antiodore.
L’opera, una volta terminata, viene mantenuta e monitorata.
Col tempo, (… giorni, mesi?) alcune piante, sotto l’azione degli smalti, muoiono, ma la maggioranza, invece, continua incredibilmente a vivere, fiorendo e germogliando, lasciando come residuo, le parti verniciate, quasi fossero “pelle morta”.
(Giacomo Cossio)
Coordinamento / Riccardo Gemmo / Martina Stevoli