Palazzo Fochessati

Via Mazzini 28, Mantova

Palazzo Fochessati, come la maggior parte delle affascinanti costruzioni che costeggiano via Mazzini, ha origini rinascimentali, quattrocentesche. Edificato per essere un importante dimora nobiliare, curiosamente venne convertito agli inizi del Novecento in magazzino.

I coniugi proprietari della residenza – Clara Fochessati e Giuseppe di Bagno – accettarono di aiutare il fratello di Giuseppe, Leopoldo di Bagno, in una complessa operazione di trasloco. Leopoldo e la moglie abitavano esattamente dall’altra parte della strada, nel grande palazzo dove ora ha sede la Provincia, che occupa per intero lo spazio compreso tra via Principe Amedeo e via Mazzini. Nel 1919 decisero di vendere l’ingombrante e preziosa dimora per trasferirsi in campagna, ma per non rinunciare alle opere che decoravano le stanze chiesero ai parenti di accoglierle provvisoriamente. Qui dunque soggiornarono – tra i vari manufatti – anche i dipinti realizzati nel 1742 da Francesco Maria Raineri, detto lo Schivenoglia, per decorare le sovrapporte della Sala delle Apoteosi: l’Allegoria della Pittura e della Scultura, la Caduta dei Giganti, il Ratto d’Europa e la Scena di Sacrificio

La stessa famiglia Fochessati non scherzava in quanto a collezionismo: se oggi all’interno di Palazzo Ducale è possibile ammirare il dipinto raffigurante La cacciata dei Bonalcosi, realizzato da Domenico Morone nel 1494, si deve proprio a una loro donazione. L’opera – studiata per la prima volta nel 1857 proprio nelle sale di via Mazzini, da Otto Mündler – parrebbe, grazie a questo atto generoso, tornata alla propria originale collocazione. Provengono direttamente da Palazzo Fochessati anche le bellissime Allegorie delle stagioni dipinte da Giuseppe Bazzani nel 1760, oggi conservate presso la Staatgalerie di Stoccarda.

Al giardino si accede superando la tranquilla corte interna. L’area verde, rispetto alle dimensioni del giardino originale, si è rimpicciolita ma conserva un grande fascino, densa di piante, colori e profumi. Il glicine convive con le ortensie, la palma, il lillà e gli oleandri. Il gelsomino incornicia la vecchia colonna di pietra. Tra i fiori vale la pena notare i mughetti, che i proprietari ricordano dall’infanzia, e la rosa antica.

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