Convento di Santa Rita
Vicolo Boccacanale 1, Ferrara
Il Convento di Santa Rita è storicamente legato agli eremitani scalzi di Sant’Agostino, presenti in città dal 1621.
Il cardinale Serra riteneva che gli ordini mendicanti fossero già troppi, riuscirono quindi a sistemarsi provvisoriamente — grazie all’aiuto dal marchese Camillo Zavaglia — nella chiesa dei Santi Simone e Giuda. Dopo pochi anni ottennero una casa affacciata sulla via Grande, oggi via Carlo Mayr, da trasformare in una chiesa. Fu inaugurata nel 1626, il giorno di Natale, nonostante il cantiere fosse ancora aperto, perché una copiosa nevicata aveva impedito di celebrare la messa nell’altra chiesa. I lavori — che riguardavano anche il convento — terminarono con la consacrazione nel 1671, e l’intitolazione a San Giuseppe, che protegge dai terremoti, e a Santa Tecla. I secoli che seguirono non furono proprio tranquilli. Gli agostiniani vennero cacciati durante l’occupazione napoleonica e il convento adibito a scuola femminile; tornarono nel 1826 ma il Comune li allontanò di nuovo, per aprire una scuola elementare. Si insediarono infine a seguito dei Patti lateranensi, nel 1929, ma con la Seconda Guerra Mondiale dovettero fronteggiare i gravi danni prodotti dai bombardamenti, che distrussero il campanile e rovinarono la facciata.
Nel 1949 la chiesa fu dedicata anche a Santa Rita, molto venerata in città — ancora oggi il 22 maggio si svolge la tradizionale benedizione delle rose — e nel 1958 venne ricostruito il campanile. Rappresenta ad oggi un raro esempio di barocco ferrarese, ma purtroppo a causa del sisma del 2012 è inagibile e non è più possibile ammirare al suo interno le teche con le reliquie delle catacombe romane. Il convento in tempi recenti è stato affidato all’associazione Viale K, che vi ha organizzato una casa per accogliere le famiglie in difficoltà, italiane e straniere. Nel giardino — tra l’albero di caco, i grandi allori e il ciliegio — trovano posto i giochi dei bambini. Un’aiuola di rose accompagna ingresso, dove Jenny — la responsabile della struttura — ha scelto di tenere tutto l’anno il presepe allestito, «mi sembra tanto bello, sarebbe stato un peccato toglierlo».